Entro aprile-maggio un nuovo Btp con premio: cosa sta studiando il Mef
Tra le ipotesi al vaglio per il nuovo Btp la garanzia che il capitale investito non subisca perdite anche in caso di riscatto anticipato.
I piani sui Btp per tenere il debito pubblico “in casa”
Che uno degli obiettivi dichiarati del governo Meloni sia quello di riportare una fetta consistente del debito pubblico italiano “in casa” è risaputo. Se poi in quelle mura domestiche vivono i nostri piccoli risparmiatori meglio ancora. E del resto i numeri parlano chiaro: a ottobre 2022 (fonte Banca d’Italia) il retail deteneva appena l’8,9% dei titoli di Stato in circolazione, mentre nel 2000 la quota era pari al 28,7%. Insomma di margine ce n’è.
Mancano invece gli strumenti. Come il Tesoro intende arrivare a dama? Qualche risposta ce la fornisce in un’intervista al Messaggero il sottosegretario all’Economia Federico Freni. “L’idea – spiega – è quella di raggiungere direttamente il risparmiatore medio: un titolo facile da acquistare anche tramite home banking con un rendimento interessante non necessariamente legato all’inflazione, magari con un premio finale, nel rispetto dei vincoli Ue”.
Insomma si tratta di qualcosa di diverso rispetto sia ai Btp Futura che ai Btp Italia. Il primo prodotto era stato pensato per sostenere il “futuro del Paese” in un momento molto delicato come quello legato alla crisi sanitaria ed economica dovuta al Covid e quindi prevedeva un premio ulteriore per chi avesse portato il titolo a scadenza. Il secondo invece punta a difendere gli investitori dal rischio dell’inflazione galoppante e che adesso, seppur molto lentamente, sta tornando sotto controllo. Freni parla
Nuova emissione tra aprile e maggio
Verità&Affari è in grado di aggiungere che molto probabilmente la nuova emissione arriverà sul mercato tra aprile e maggio. E comunque non prima di aprile per non entrare in sovrapposizione con l’ultima di Btp Italia, quella che parte il 6 marzo e arriva fino al’8 dello stesso mese, che ha una durata quinquennale e un premio fedeltà all’8 per mille. Punto centrale, poi, sono i premi che devono invogliare i risparmiatori alla sottoscrizione, ma al tempo stesso non entrare in conflitto con i parametri dell’Europa.
Tra le varie ipotesi al vaglio del Tesoro ci sarebbe quella di garantire che il capitale investito non subisca perdite anche in caso di riscatto anticipato rispetto alla scadenza del titolo. Per capirci, se acquisto un titolo da 10 mila euro e il prezzo scende sotto i 100 dell’acquisto subisco una perdita nel caso di cessione anticipata del Btp. Se il prezzo è 93 la perdita sarebbe di 700 euro. Ecco la garanzia dello Stato agisce su quei 700 euro. Resterebbe ovviamente immutato il diritto alla cedola e anche la tassazione al 12,5% sulla quale per ovvie ragioni di conti pubblici il Tesoro non può intervenire al ribasso.
Si tratta di un’ipotesi che questo giornale aveva già avanzato qualche settimana fa nell’articolo che riproponiamo in questo link.