Come investire sul business delle batterie per le auto elettriche
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AperturaInvestimenti Sab 18 febbraio 2023

Come cavalcare il business delle batterie per le auto elettriche. Ma in Europa ancora poche occasioni

Le batterie per le auto elettriche sono il grande affare del futuro ma per investire le occasioni sono ancora poche. Come cavalcare il business delle batterie per le auto elettriche. Ma in Europa ancora poche occasioni
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

L’Europa annuncia la rivoluzione green ma non è pronta

Investire nelle batterie per le auto elettriche. Come in tutte le rivoluzioni anche nella rivoluzione green ci saranno perdenti e vincenti. Alla prima categoria appartengono le 2.200 aziende  e i 195.000 posti di lavoro che secondo il vicepresidente di Confapi, Corrado Alberto sono a rischio in Italia a causa dello stop ai motori a benzina e diesel nel 2035.

Tra i vincenti ci sono innanzitutto i fabbricanti di batterie. La richiesta sarà molto forte in Europa dov’è prevista la nascita di grandi impianti (le cosiddette gigafactory) per la produzione di accumulatori. Solo in Italia ne sono programmate tre anche se ben difficilmente tutti i programmi arriveranno in porto.

Le fabbriche del futuro

C’è il piano di Stellantis a Termoli che dovrebbe occupare tremila persone. Poi Italvolt che tuttavia non  ha ancora una localizzazione considerato che il patron Lars Carlstrom ha  annunciato a Verità&Affari che gli impianti ex Olivetti di Scarmagno non sono adatti. Infine il gruppo Volkswagen che potrebbe investire in Emilia Romagna dove c’è il cuore della sua presenza in Italia con Lamborghini e Ducati.

La domanda altissima

La domanda si annuncia altissima. Oggi oltre il 90% delle batterie proviene da Cina, Corea del Sud e Giappone ed è quasi certo che l’Europa vorrà evitare gli errori del passato, creando una totale dipendenza dai paesi asiatici. La batteria rappresenta ad oggi circa il 25-40% del valore aggiunto di un’auto, che rischia di essere perduta se non viene costruita in casa.

Inoltre, una forte dipendenza da altre regioni del mondo è geopoliticamente rischiosa, come hanno dimostrato gli ultimi sviluppi in Russia e Cina. Le prime gigafabbriche sono già in costruzione, ma non basteranno perchè per equipaggiare tutte le auto elettriche vendute in Europa con batterie “made in Euro” entro il 2035, si dovrebbe produrre circa il triplo delle batterie per auto prodotte attualmente nel mondo.

Grande attenzione verrà posta all’innovazione: le batterie di nuove generazione avranno una densità energetica doppia rispetto a quelle attuali, saranno più sicure, più leggere e vivranno più a lungo. “Ciò significa che, a parità di peso della batteria, un’auto elettrica che oggi percorre circa 400 chilometri avrà un’autonomia di circa 800 chilometri”, commenta un esperto. Visto il ritardo con cui l’Europa si è mossa non stupisce il fatto che le occasioni di investimento siano al momento molto scarse. Quasi niente in Italia. Le possibilità in questo momento sono appena due: Nhoa a Parigi e Industrie De Nora a Milano.

Nhoa

È una società specializzata nello stoccaggio di energia e nella mobilità elettrica quotata alla Borsa di Parigi.  I ricavi consolidati del quarto trimestre  hanno superato i 165 milioni di euro, “perfettamente in linea con le aspettative di raggiungere oltre 5 volte i ricavi del 2021”, ha commentato Carlalberto Guglielminotti, ceo del Gruppo. Per il 2023 il Gruppo  prevede ricavi compresi tra i 220 e i 280 milioni, e un margine operativo compreso  tra i 5 e i 10 milioni di euro. All’inizio dell’anno ha acquisito il ramo d’azienda della Ressolar  che possiede una rete di stazioni di ricarica per veicoli elettrici nelle province di Brescia, Bergamo e Milano.

Industrie De Nora

Sta sviluppando  insieme alla Ges di Trento una tecnologia basata sull’idrogeno. L’obiettivo è quello di dar vita ad una nuova generazione di accumulatori non tossici, sicuri, che operano a temperatura ambiente e composti da materiali facilmente reperibili. Ha ottenuto l’accesso ad un finanziamento europeo di 52 milioni per lo sviluppo di batterie di seconda generazione.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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