Le Borse restano immobili, rassegante al rialzo dei tassi: bene Saipem, male Nexi e Tim
Nella prima seduta settimanale Parigi (-0,67%), Francoforte e Amsterdam hanno ceduto circa mezzo punto, mentre Piazza Affari ha chiuso a -0,3%
L’euro al top da luglio ma le Borse restano immobili: bene Saipem, male Nexi e Tim
Le Borse si sono rassegnate. Niente le scuote più. Nemmeno i dati sulla solidità dell’economia americana. Dopo il mercato del lavoro di novembre anche i dati sugli ordini all’industria e l’attività dei servizi hanno mostrato statistiche oltre le attese. Significa che niente potrà fermare l’aumento dei tassi. Un destino inevitabile cui i listini si stanno adeguando senza particolare sofferenza. Nella prima seduta settimanale Parigi (-0,67%), Francoforte e Amsterdam hanno ceduto circa mezzo punto percentuale, mentre Piazza Affari ha chiuso a -0,3%. Minerari e viaggi hanno tenuto a galla Londra(+0,2%). Domani sarà la Banca centrale australiana a operare una nuova stretta monetaria e il giorno successivo la banca del Canada. Settimana prossima si faranno sentire i grossi calibri. Mercoledì la Fed e giovedi la Bce. Non dovrebbero esserci sorprese ma non si sa mai. Da qui l’immobilismo. Il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy ha parlato di un incremento di 50 punti base a dicembre e il medesimo segnale è arrivato dall’irlandese Gabriel Makhlouf.
Rispettando le indicazioni di questa mattina si è comportata bene Saipem (+2,3%) su cui S&P ha rilasciato una raccomandazione d’acquisto. Male invece Nexi (-3,9% la performance peggiore del Ftse Mib) mentre in Italia è acceso il dibattito sulle nuove misure in materia di pagamenti elettronici contenute nella Legge di Bilancio 2023, ancora giù Tim (-1,3%) in attesa di chiarimenti sulle strategie del Governo per riorganizzare il gruppo. Sul mercato valutario, l’euro si è ulteriormente rafforzato nei confronti del dollaro tornando sopra quota 1,05 (1,0518 da 1,048 di venerdì), ai massimi da giugno. Volatile il prezzo del petrolio dopo l’introduzione dell’embargo Ue e del price cap al greggio russo: Wti in calo a 79,5 dollari al barile nel contratto gennaio, Brent febbraio a 85,2 dollari al barile.
Quarta settimana di consolidamento
Gas in lieve calo (-0,2%) a 135 euro al megawattora dopo aver toccato un picco a 148 euro sul Ttf di Amsterdam a inizio giornata. L’analisi della tendenza di Piazza Affari segnala l’inizio della quarta settimana di consolidamento a ridosso della forte area di resistenza intorno ai 25mila punti, dopo sei settimane di rally. Probabile una fase di rotazione settoriale che penalizzerà la banche e gli energetici favorendo un po’ di recupero relativo dei titoli a media e piccola capitalizzazione. I rischi nuovi ribassi del mercato non sono ancora rientrati.