Con il Pnrr l'Italia scopre di avere pochi dipendenti pubblici
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Lavoro Mar 14 giugno 2022

Con il Pnrr da realizzare l'Italia scopre di avere pochi dipendenti pubblici

I dipendenti pubblici in Italia sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati Con il Pnrr da realizzare l'Italia scopre di avere pochi dipendenti pubblici Imagoeconomica
Redazione Verità&Affari
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La situazione dei dipendenti pubblici

Tra PNRR e fondi della politica di coesione, da fine 2021 al 2029 all’Italia arriveranno 484 miliardi di euro di spese straordinarie ed aggiuntive da programmare, gestire, monitorare e rendicontare, in media 54 miliardi l’anno. Una quantità di risorse senza precedenti che dovrà essere coordinata da una pubblica amministrazione non in ottima salute. I dipendenti pubblici in Italia sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati, lontani dai 5,7 milioni della Francia, i 5,3 milioni del Regno Unito e i 5 milioni della Germania. Hanno un’età media di quasi 50 anni, fanno poca formazione (spendiamo appena 40 euro l’anno a persona per l’aggiornamento) e, nonostante una buona quota di laureati (il 42,6%), hanno principalmente competenze giuridiche, adatte a gestire procedimenti più che progetti, spesso disallineate dalle reali esigenze.

I concorsi pubblici

La grande speranza è rivolta ai concorsi pubblici con le nuove regole che puntano ad introdurre in breve tempo nuovo personale giovane e qualificato, i cui effetti, dopo i primi mesi di applicazione sono ancora incerti: su 55 grandi concorsi indetti tra il 2019 e il 2021, 30 si sono conclusi e 25 sono ancora in corso, ma dei 103 mila posti messi a bando appena 14,5 mila sono stati assegnati e oltre 88 mila (in gran parte nella scuola) sono ancora vacanti. Per raggiungere l’obiettivo di “4 milioni di dipendenti pubblici con un’età media di 44 anni e competenze adeguate” fissato entro il 2028 dal Ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta, considerando anche i previsti 500mila pensionamenti, entro 6 anni bisognerebbe assumere quasi 1,3 milioni di persone – circa 200 mila ogni anno – con un’età media di 28 anni, avviando un grande piano di formazione impostato su un’analisi delle necessarie competenze.

La campagna di adesioni

C’è però una campagna di reclutamento che ha raccolto grandi adesioni e sta rispettando la tabella di marcia, portando nel settore pubblico giovani qualificati. È quella per i professionisti del PNRR, per cui nel solo 2021 sono state ricevute 160 mila candidature e sono già oltre 15 mila le assunzioni a tempo determinato realizzate (sommando procedimenti realizzati, conclusi e in corso d’opera). Una quota superiore al 50% del totale previsto, che indica il rispetto del timing fissato entro il 2023.

Sono alcuni risultati della ricerca su Lavoro pubblico 2022 realizzata da FPA, società del Gruppo DIGITAL360, presentata oggi in apertura di FORUM PA 2022 “il Paese che riparte”, in programma dal 14 al 17 giugno al centro congressi Auditorium della Tecnica a Roma (e in streaming), con momenti di confronto sulla ripresa, l’attuazione degli investimenti e delle riforme del PNRR e della programmazione europea tra i protagonisti delle istituzioni, del settore pubblico e privato.

“Di fronte alla sfida che ha di fronte, di gestire una mole di risorse senza precedenti, serve costruire con urgenza una PA capace di lavorare per progetti, che passi dalla cultura dell’adempimento a quella del risultato – commenta Gianni Dominici, direttore generale di FPA -. La PA deve diventare più attrattiva per i giovani competenti, rafforzare identità, motivazione e appartenenza dei suoi dipendenti e condividere un progetto comune con le nuove generazioni. Si deve costruire un’organizzazione agile basata su obiettivi e risultati, premiare il merito, riconoscere le elevate professionalità e sostenere la formazione”.

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