Lavoro, pensioni e burocrazia, Durigon annuncia le riforme
Lavoro e pensioni, il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon ne parla a "Repubblica" annunciando meno burocrazia alle aziende.Il sottosegretario al Lavoro Durigon
Un decreto lavoro entro gennaio per “dare più flessibilità e meno burocrazia alle aziende, più sicurezza ai lavoratori”. Mentre sulle pensioni Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, dice a “Repubblica” che vorrebbe “ripristinare le vecchie condizioni di Opzione Donna: c’è la volontà politica, stiamo simulando gli scenari”. E sul Reddito di cittadinanza: “Potenziamo formazione e incentivi, lo Stato ha il dovere di prospettare soluzioni agli occupabili”.
Il primo agosto mezzo milione di famiglie perderanno il sostegno: “Il sistema del Reddito ha fallito: è evidente a tutti. Noi lo togliamo solo a chi può lavorare e si adagia nella sua condizione attuale. La vera sfida non è dare un sussidio, ma il lavoro. E le offerte non mancano, visto che le aziende cercano 500 mila lavoratori secondo Anpal-Unioncamere. Il nostro dovere è cercare di fare il possibile per incrociare queste esigenze con i profili dei percettori. Dopodiché vale la regola della Naspi: finita la disoccupazione, bisogna cercarsi un posto”. Quanto al salario minimo: “Non è nel menù di questo decreto. E non abbiamo intenzione di introdurlo per legge. Ma di lasciare spazio anche qui alla contrattazione tra le parti”.
Nel 2023 già 7 morti sul lavoro in quattro giorni. Oltre mille l’anno scorso: “Il 12 gennaio – spiega il sottosegretario – abbiamo un primo tavolo di confronto con le parti sociali. Il tema è molto caro alla ministra Calderone. Si tratta di un’emergenza sociale: impensabile avere mille morti all’anno. Fa male. Vogliamo capire quali settori hanno bisogno di norme più stringenti. E quali più innovative. L’Inail deve incidere di più”.
Per quanto riguarda infine le pensioni: “Ricordo che la platea della nostra Quota 103 è tre volte quella di Quota 102 del governo Draghi. Il tetto all’assegno fino a 67 anni riguarda stipendi medio-alti che sarebbero rimasti al lavoro in ogni caso, quasi ininfluente”. I paletti a Opzione Donna sembrano invece punitivi: “Ricevo tante mail, so che c’è un disagio. Stiamo cercando di trovare coperture per ripristinare i vecchi requisiti di uscita a 58-59 anni senza limiti di figlio altro, almeno per sei mesi. In ogni caso le donne saranno beneficiate dalla riforma complessiva delle pensioni che vogliamo mettere in campo”, ha concluso Durigon.