Mai così tanti occupati da 45 anni, doppio record di giugno: i dati
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ApprofondimentiLavoro Mar 02 agosto 2022

Mai così tanti occupati da 45 anni, doppio record di giugno. Crescono i contratti stabili

È doppio record sull'occupazione. L’Istat ha registrato un tasso in aumento al 60,1%, al top dal 1977, quello di disoccupazione è stabile. Mai così tanti occupati da 45 anni, doppio record di giugno. Crescono i contratti stabili
Redazione Verità&Affari
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I dati sull’occupazione a giugno

È doppio record sull’occupazione a giugno. L’Istat ha registrato un tasso in aumento al 60,1%, al top dal 1977, mentre quello di disoccupazione è stabile all’8,1%. Il tasso di inattività scende così al 34,5% (-0,2 punti). Dopo il calo di maggio, spiega l’Istituto di statistica, il numero di occupati torna ad aumentare per effetto della crescita dei dipendenti permanenti, e supera nuovamente quota 23 milioni. Record nel record: rispetto a giugno 2021, il numero di occupati sale dell’1,8% (+400mila) soprattutto per l’aumento dei lavoratori dipendenti, che sono 18 milioni 100 mila, il valore più alto dal 1977 (primo anno della serie storica).

L’occupazione aumenta (+0,4%, pari a +86mila) per entrambi i sessi e in tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica; in calo risultano pure gli autonomi e i dipendenti a termine. Il lieve calo del numero di persone in cerca di lavoro (-0,2%, pari a -4mila unità rispetto a maggio) viene rilevato tra le donne e tra chi ha più di 25 anni d’età. Il tasso di disoccupazione, pur stabile, sale però al 23,1% tra i giovani (+1,7 punti). La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -91mila unità) coinvolge uomini e donne e le classi d’età al di sotto dei 50 anni.

In calo gli inattivi

Confrontando il secondo trimestre 2022 con il primo, si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,4%, per un totale di 90mila occupati in più. La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-3,8%, pari a -81mila unità), sia degli inattivi (-0,5%, pari a -61mila unità). Pure rispetto a giugno 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-13,7%, pari a -321mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,0%, pari a -400mila).

Quelli dell’Istat sull’occupazione sono «dati ottimi e indubbiamente positivi», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che chiede però che col prossimo Dl aiuti bis il governo «salvaguardi la capacità di spesa delle famiglie», perché quando queste, per via dell’inflazione, saranno costrette a ridurre i consumi, «anche le imprese andranno in crisi» con possibili ricadute sull’occupazione. «I buoni dati Istat sul fronte del lavoro non bastano a cantar vittoria e le questioni critiche sul piatto dell’economia italiana sono troppe, e troppo pesanti», sostiene il Codacons.

Un pil vivace

«Sbaglia chi si sofferma sui dati odierni per valutare lo stato di salute della nostra economia – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Inflazione e caro-bollette restano emergenze che, nei prossimi mesi e superato il periodo estivo, potrebbero manifestarsi in tutta la loro drammaticità». Anche per il Codacons, «l’ultimo atto del Governo deve essere l’addio ai bonus a pioggia, utilizzando le risorse per tagliare subito l’Iva sui beni primari come gli alimentari, in modo da determinare benefici diretti per milioni di famiglie».

Secondo Confcommercio, «la crescita degli occupati a giugno conferma la vivacità del Prodotto interno lordo del secondo trimestre dell’anno». «Le performance del sistema Italia si confermano ben al di sopra delle aspettative», ma da piazza Belli si mette in evidenza, al contempo, come «resta, comunque, debole l’occupazione indipendente (-27mila unità su maggio) e, più in generale, permangono le fragilità prospettiche dello scenario internazionale che si rifletteranno in un forte rallentamento dell’attività economica e dei consumi nella seconda parte dell’anno».

Competenze cercansi

Per Confesercenti si tratta di «segnali positivi dal fronte del lavoro, ma non per tutti» poiché la dinamica positiva «non coinvolge i lavoratori indipendenti, che invece perdono 27 mila unitá in un solo mese». Secondo gli esercenti, «lo scenario del lavoro appare complessivamente positivo ma non senza incertezze», pertanto «bisogna fare il possibile per fermare l’inflazione, concretizzando rapidamente i sostegni alle famiglie e alle imprese giá annunciati».

«Il dato positivo dell’occupazione va a coronare quello positivo della crescita del Pil trimestrale, del fatturato industriale e dell’inflazione che è rimasta alta ma stabile», è l’analisi di Lucio Poma, capo economista di Nomisma, che mette in evidenza come «tuttavia, tanto più l’occupazione cresce, tanto più emerge la questione delle “competenze mancanti”, sia ad alto livello di scolarizzazione (ingegneri, fisici e matematici), sia ad un livello intermedio (ITS e professionali)».

«E’ tempo che l’ottimo apparato formativo di questo paese prenda coscienza che la richiesta da parte delle imprese è superiore all’offerta, su una larga banda di competenze», sottolinea Poma che ritiene «necessario aumentare gli sforzi nelle politiche di orientamento oltre a potenziare i percorsi di laurea maggiorante appetibili per le imprese».

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