Quando la rateizzazione delle bollette promessa dal governo è solo a parole
Le aziende in Italia potevano chiedere ai propri fornitori di energia elettrica e gas naturale la possibilità di rateizzare gli importi.Caro direttore,
sono Aldo Arici, un amministratore di Unifond srl, una piccola fonderia bresciana che produce getti fusi in ottone per il settore rubinetteria e valvolame, abbiamo un organico composto da 42 addetti e un fatturato annuo di 3,5 milioni di euro. La fusione dell’ottone avviene con dei forni elettrici a induzione e quindi l’aumento esponenziale del costo dell’energia ci sta mettendo duramente alla prova.
Le do qualche numero per farmi meglio capire: nei primi 5 mesi del 2021 abbiamo avuto un costo energia di circa 70mila euro, che nei primi 5 mesi del 2022 sono diventati 275mila. In cinque mesi abbiamo dovuto far fronte a 205mila euro in più. Alla luce di questi dati, quando ho letto che il decreto legge del governo 21/2022 – approvato in via definitiva il 18 maggio e denominato “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” – prevedeva che le aziende con sede in Italia potevano chiedere ai propri fornitori di energia elettrica e gas naturale la possibilità di rateizzare gli importi dovuti per i consumi energetici relativi ai mesi di maggio 2022 e giugno 2022, ho preparato la richiesta da inoltrare al nostro attuale fornitore di energia elettrica.
Si tratta di A2A azienda municipalizzata: ho chiesto di rateizzare in 24 rate le bollette di maggio e giugno, ovvero la rateizzazione massima prevista dal decreto per le fatture di maggio e giugno 2022. Faccio notare inoltre che lo Stato tramite la Sace – società specializzata nel sostegno alle imprese italiane – garantisce un’eventuale insolvenza delle aziende che beneficiano della rateizzazione. Purtroppo la risposta è stata negativa. O meglio: mi è stato concesso di pagare la bolletta di maggio di 57mila euro nel modo seguente: metà alla scadenza e il rimanente in tre rate. Inoltre l’A2A puntualizza che la rateizzazione può essere concessa solo per il mese di maggio.
È chiaro che ai fini di aiutare un’azienda una dilazione di questo tipo non ha alcun senso e quindi ho risposto all’A2A che avevo chiesto un supporto e non l’elemosina. Leggo che l’obiettivo del decreto è di assicurare la necessaria liquidità alle imprese e attenuare gli effetti dirompenti dettati dal caro energia. Da imprenditore e da cittadino mi chiedo: che senso ha fare un decreto come questo? Se un’azienda municipalizzata non concede una dilazione che come previsto dal decreto deve dare respiro alle aziende e assicurare loro la necessaria liquidità, quello che rimane è l’amarezza e la consapevolezza che il detto “nessuno si salva da solo” in questo caso è stato disatteso.