Tod’s via dalla Borsa, cosa può nascondere la mossa di Della Valle
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ApprofondimentiLusso Gio 04 agosto 2022

Tod’s via dalla Borsa, ora potrebbe finire tra le braccia dei francesi di Lvmh

Dopo 22 anni in Borsa la famiglia di Diego della Valle ha annunciato di voler portare fuori Tod’s attraverso un'offerta pubblica di acquisto. Tod’s via dalla Borsa, ora potrebbe finire tra le braccia dei francesi di Lvmh Diego Della Valle
Camilla Conti
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Camilla Conti

Cosa succederà a Tod’s

Dopo ventidue anni in Borsa la famiglia di Diego della Valle ha annunciato ieri di voler portare fuori Tod’s dalla passerella di Piazza Affari attraverso un’offerta pubblica di acquisto. Nel dettaglio, l’Opa sarà lanciata al prezzo di 40 euro ciascuna sulle azioni non ancora in portafoglio, corrispondenti al 25,5% del capitale e per un costo complessivo a carico della famiglia marchigiana fino a 338,15 milioni. Certo, prima della guerra in Ucraina la mossa sarebbe stata assai più costosa, ma quali sono i veri obiettivi dell’imprenditore marchigiano e del fratello? Nelle sale operative, e anche tra i fornitori della griffe, molti sono convinti che il passo successivo al delisting sarà la vendita del gruppo ai francesi di Lvmh.

Le banche in prima fila

Vediamo quali sono gli indizi che portano su questa strada. Partendo dai dettagli finanziari dell’operazione varata ieri. L’Opa è stata lanciata dalla DeVa Finance, società interamente detenuta dalla Di.Vi. Finanziaria di Diego Della Valle & C e controllata indirettamente dal patron della Tod’s. L’offerta, si legge in una nota, sarà finanziata, da parte di Di.Vi. attraverso versamenti in conto capitale e/o aumenti di capitale nell’offerente. A sua volta, Di.Vi. ricorrerà a un finanziamento bancario a medio termine e ha già sottoscritto, con Bnp Paribas, Credit Agricole Corporate Investment Bank e Deutsche Bank, un term-sheet vincolante, che prevede la concessione – da parte della stessa società – di un pegno di primo grado su azioni rappresentative del 49% del capitale sociale dell’emittente.

La famiglia, spiega ancora la nota, «ha deciso di fare un grande investimento nel gruppo Tod’s per accelerarne lo sviluppo». L’obiettivo è quello di «rafforzare il posizionamento dei marchi nella parte alta del mercato della qualità e del lusso, con un elevato livello di desiderabilità. Il perseguimento di questi obiettivi di medio e lungo periodo sarebbe meno agevole mantenendo lo status di società quotata, stanti le limitazioni derivanti dalla necessità di riportare risultati soggetti a verifiche di breve periodo».

Ma attenzione a cosa succederà dopo il delisting. Perché la quota detenuta da Delphine, del gruppo Lvmh, rimarrà nel capitale di Tod’s, con la partecipazione attualmente posseduta pari al 10 per cento. Non solo. Se dopo l’addio alla Borsa la famiglia Della Valle volesse cedere a terzi le sue quote, il diritto a fare quella che in gergo di definisce «la prima offerta» sarà nelle mani del patron della maison francese, Bernard Arnault.

Nel patto parasociale stipulato tra i due, infatti, ci sono le classiche clausole di put & call, ma che vanno lette alla luce delle dichiarazioni fatte in passato da Della Valle («se un giorno decidessi di vendere Tod’s, fiducia al 100% in Arnault», ha ripetuto più volte). Entrando nel dettaglio, nel patto di sindacato è previsto il diritto di co-vendita di Delphine: nel caso in cui Della Valle decidesse di vendere a terzi oltre il 50% delle quote, anche la famiglia francese avrebbe la possibilità di vendere il suo pacchetto alle stesse condizioni.

Call e put

Poi c’è il diritto di trascinamento (se Della Valle vendesse l’intera quota, anche la Delphine dovrebbe fare altrettanto) e, soprattutto, quello di prima offerta: «A seguito del delisting, qualora Di.Vi. o Delphine intendano avviare negoziati con terzi per la cessione di azioni di rispettiva titolarità, Delphine o Di.Vi. (a seconda del caso) avranno il diritto di prima offerta sulle azioni poste in vendita dall’altro socio». Come opzione “put” è invece previsto che Delphine abbia il diritto di vendere a Della Valle tutte le quote dopo che si sarà arrivati, tra le altre circostanze, al decimo anniversario del delisting.

L’opzione “call” fissa, infine, la possibilità per Della Valle di acquistare tutta la quota di Delphine al termine del dodicesimo anniversario dell’addio a Piazza Affari. L’Opa è solo il prodromo di una vendita a les amis di Lvmh? Vedremo. Ieri, intanto, Tod’s ha chiuso la seduta con un balzo del 20,2% a 40,2 euro posizionandosi quindi poco sopra il prezzo dell’Opa. Che è esattamente il valore cui il titolo è stato collocato in Borsa ventidue anni fa. Ma distante sideralmente dal massimo segnato nell’agosto 2013 quando l’azione superò i 142 euro.

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