Il crac di Visibilia e le indagini sulla società fondata dalla Santanchè
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In evidenzaMedia Gio 03 novembre 2022

Il crac di Visibilia e le indagini sulla società fondata dalla Santanchè

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè e l’indagine su Visibilia, la società da lei fondata ma di cui aveva venduto le quote. Il crac di Visibilia e le indagini sulla società fondata dalla Santanchè Il ministro del turismo, Daniela Santanché
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

La richiesta di fallimento di Visibilia

“È assolutamente falso, e daremo corso a tutte le azioni legali. Né io né nessuno di Visibilia è indagato”. Lo ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ai microfoni di “Radio Anch’io” su Rai Radio1 smentendo le indiscrezioni di stampa sull’indagine nei confronti di Visibilia, la società da lei fondata ma di cui ha già da tempo venduto tutte le quote.

“Mi fa star male quando si scrivono cose sbagliate. Non è giusto che giornalisti scrivano cose che non hanno fondamento”, ha aggiunto. La procura di Milano ha chiesto il fallimento di Visibilia Editore, data «l’irreversibilità dello stato di crisi».  La dichiarazione di fallimento potrebbe far scattare anche l’ipotesi di reato di bancarotta.

L’inchiesta prende spunto da una denuncia presentata da alcuni soci di minoranza della società nel giugno scorso.
La Santanchè è stata presidente del cda di Visibilia Editore dal marzo del 2016 fino al gennaio scorso, quando è stata sostituita dal Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, attuale compagno della senatrice. La presenza della Santanchè alla presidenza viene esplicitamente citata nella denuncia «tra le motivazioni che hanno influito sulla comune decisione d’investire», oltre alla circostanza che il revisore Bdo ne aveva certificato i bilanci «riportando un patrimonio netto superiore alla capitalizzazione di Borsa, lasciando ben sperare sul valore del titolo», riporta una annotazione della Guardia di finanza. Il revisore dei conti (Bdo) non ha poi certificato il bilancio del 2021, dichiarando di «non essere in possesso di elementi adeguati e sufficienti» e avanzando forti dubbi sul presupposto di continuità aziendale.

I finanziamenti

Tra le operazioni finite all’esame della procura, anche le emissioni di Poc cum warrant (operazioni di finanziamento in cambio della possibilità di sottoscrivere azioni) compiute con il fondo Bracknor e successivamente con il fondo Negma, della cui attività si è parlato nei mesi scorsi in questo giornale. Si tratta di operazioni di finanziamento che, insieme alle svalutazioni intervenute sugli asset societari, «hanno senz’altro contribuito al sostanziale downgrade societario». Dalla prima operazione di finanziamento con Bracknor nel 2017, il titolo ha perso il 99,97% del proprio valore, ricorda l’annotazione della Gdf.
Sempre secondo l’annotazione, il cda di Visibilia «già a partire dal 2017, avrebbe dovuto approvare bilanci riportanti valori di avviamento e imposte anticipate largamente diversi da quelli deliberati».

Le prospettive

Nelle conclusioni, la Gdf annota come appaia «chiara l’assenza di prospettive di continuità aziendale». In particolare, sottolinea «l’impossibilità attuale e futura di produrre reddito», nonché «l’impossibilità di mantenere una continuità aziendale minima sul mercato» e «l’impossibilità di soddisfare integralmente con regolarità e mezzi formali le obbligazioni assunte anche e soprattutto nel breve periodo». L’annotazione, del 30 settembre scorso, si conclude con la richiesta al Pubblico ministero di valutare il ricorso al tribunale fallimentare per la liquidazione giudiziale e la sussistenza del reato di false comunicazione sociali delle società quotate.

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