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MediaPrimo piano Sab 18 febbraio 2023

Giornali Gedi, Iervolino: "Nessuna trattativa per Repubblica"

Il proprietario dell'Espresso a Verità&Affari: "Stimo e ammiro il gruppo e le sue testate ma non c’è nessuna offerta" Giornali Gedi, Iervolino: "Nessuna trattativa per Repubblica" GRUPPO EDITORIALE GEDI
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Il comunicato del Cdr

“Siamo tutti in vendita, pronti allo sciopero”. Parte da questo stralcio del comunicato dei Cdr (i comitati di redazione) di Gedi la ridda di voci che ha coinvolto anche Repubblica e La Stampa, i due giornali di punta della società editoriale nata dall’unione tra il gruppo L’Espresso è Italiana Editrice (La Stampa e il Secolo XIX) e fa capo a Exor la cassaforte della famiglia Agnelli. I giornalisti sono in agitazione – da qui lo sciopero del 17 febbraio che ha tenuto fuori dalle edicole i quotidiani targati Gedi – perché nell’ultimo incontro con l’ad Maurizio Scanavino sarebbe emerso un progressiva volontà di mettere sul mercato le testate del gruppo. Ma davvero John Elkann vuol vendere tutto?

Partiamo dalle certezze. I giornali locali di Gedi sono sul mercato. Se singolarmente o con un pacchetto unico è difficile dirlo. Tutto dipenderà dalle offerte che arriveranno e dalle valutazioni che riguardano testate – si va dal Mattino di Padova per arrivare fino a La Nuova di Venezia, Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, Messaggero Veneto, Piccolo di Trieste e Gazzetta di Mantova – che hanno numeri in edicola e in bilancio molto differenti. Si parla di imprenditori veneti e friulani pronti a entrare in cordata. Si vedrà.

La smentita di Iervolino

Meno certezze ci sono su Repubblica e La Stampa. Gedi ha sempre smentito che la proprietà avesse intenzione di farsi da parte e anche le voci che danno l’imprenditore Danilo Iervolino in trattativa per Repubblica (c’è chi dice anche per La Stampa) non trovano conferme. “Stimo e ammiro il gruppo e le testate in questione – ha chiarito a Verità&Affari – ma non c’è nessuna offerta o trattativa in piedi”. Possibile che in passato – quando Iervolino ha acquistato L’Espresso – ci sia stato qualche abboccamento, ma al momento la posizione del patron della Salernitana sembra essere abbastanza indifferente rispetto al futuro dei due quotidiani.

Eppure, Iervolino a parte, la sensazione – e le indiscrezioni che trapelano da ambienti vicini al gruppo – è che mai come in questo momento se arrivasse la proposta giusta – che oltre alla parte economica garantisse un acquirente solido sia dal punto di vista dei capitali che del pedigree – Elkann sarebbe pronto a cedere.

I numeri del 2022 e del 2021

Di certo Gedi non contribuisce agli utili della holding. Dalla semestrale 2022 di Exor, la holding di controllo olandese, si vede che la società editoriale ha avuto perdite operative per 22 milioni – due volte quelle dell’anno prima – e che il fatturato è sceso da 248 a 238 milioni. E visto l’aumento del costo dell’energia e della carta e l’ulteriore riduzione delle vendite, il semestre che ha chiuso lo scorso anno dovrebbe essere andato ancora peggio.

Nel 2021, invece, la Divisione stampa che raccoglieva oltre a Repubblica anche L’Espresso (poi ceduto a Iervolino) aveva chiuso con un rosso di 20 milioni mentre la divisione che raccoglie La Stampa, il Secolo XIX e i giornali locali faceva segnare un abbondante meno 13. Le uniche gioie arrivavano da Radio DeeJay, Radio Capital e M20 che avevano garantito quasi 5 milioni di utili.

Ma guardare i giornali solo con gli occhiali del bilancio può portare fuori strada. L’addio all’editoria e soprattutto l’eventuale addio a Repubblica e Stampa indicherebbero un rimescolamento delle strategie in casa Elkann non solo sui settori core, ma probabilmente anche rispetto alle aree geografiche di riferimento. Con l’Italia che sembra destinata a diventare sempre meno centrale.

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