Il prezzo di gas e petrolio fa paura, l'analisi della giornata in Borsa
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Mercati Gio 06 ottobre 2022

Il prezzo di gas e petrolio fa paura, l'analisi della giornata in Borsa

Il rialzo del prezzo del gas e del petrolio fa più paura dell’aggressività delle banche centrali. Le Borse europee peggiorano. Il prezzo di gas e petrolio fa paura, l'analisi della giornata in Borsa
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

L’analisi della giornata in Borsa

Il rialzo del prezzo del gas e del petrolio fa più paura dell’aggressività delle banche centrali. Le Borse europee peggiorano, in scia con Wall Street. Considerano la partita dell’energia ancora lontana dalla conclusione, nonostante i tentativi che si stanno facendo al vertice Ue di Praga. L’ostilità tedesca ad ogni forma di “price cap” rende i mercati incerti Piazza Affari è la peggiore con il Ftse Mib che cede l’1,04%i. Tornano in tensione i rendimenti dei titoli di Stato con il decennale inglese che sale al 4,22% (+20 punti) e quello italiano al 4,52% (+7 punti).

Tra i principali listini in netto calo Madrid (-,93%), Londra (-0,82% così come Parigi). Francoforte (-0,4%). Sui mercati pesano le utility (-2,1%) con il prezzo del gas che inverte la rotta e sale a 174 euro al megawattora (+0,2%). Male anche il comparto azionario dell’energia nonostante  il petrolio in aumento dopo l’Opec+. Il Wti sale a 88 dollari al barile (+0,3%) e il Brent a 93,5 dollari (+0,2%). A Piazza Affari continuano pesanti le banche con Mps (-5,2%). Male anche Fineco (-4,2%) e Banco Bpm (-3,6%). Scivolano Enel (-3,7%) e Hera (-3,6%). Positiva Eni (+0,2%) mentre corre Pirelli (+1,5%).

A frenare un po’ l’atteggiamento restrittivo delle banche centrali  potrebbero arrivare i dati sul mercato del lavoro. In attesa dei payroll non agricoli di fine settimana, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono salite di 29 mila unità a quota 219 mila, più delle 203 mila ipotizzate dal consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro di Washington, aggiungendo che il numero di sussidi continuativi al 24 settembre è cresciuto di 15 mila unità a quota 1,361 milioni.

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