A Piazza Affari c'è il valzer degli addii: le società che se ne vanno
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Mercati Gio 04 agosto 2022

A Piazza Affari va di moda il valzer degli addii: le società che se ne vanno

L’addio di Tod’s a Piazza Affari arriva a pochi giorni da un’altra uscita eccellente e traumatica: quella di Exor A Piazza Affari va di moda il valzer degli addii: le società che se ne vanno
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Il delisting delle società a Milano

L’addio di Tod’s a Piazza Affari arriva a pochi giorni da un’altra uscita eccellente e traumatica. Lo scorso primo agosto, infatti, un big della finanza del calibro di Exor ha annunciato che il 12 agosto si trasferirà sul listino di Amsterdam, là dove sin dal 2016 ha già la sede legale. La notizia rappresenta davvero un brutto colpo per la finanza italiana. La cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann vale in Borsa circa 16,5 miliardi di euro, tra le maggiori per capitalizzazione sul listino milanese, e per Piazza Affari significa una perdita di circa il 3% del suo attuale valore, già tra i più bassi tra le economie occidentali.

Partecipazioni top

Inoltre, la holding detiene partecipazioni in importanti società italiane, tra cui Juventus (63,8%), Stellantis (14,4%), Cnh Industrial (26,9%), Iveco (27,1%), Ferrari (36%) e Gruppo Gedi (89,6%) che edita giornali come Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX. Un addio che rischia di essere seguito non solo dalle società controllate (si vocifera da tempo di un delisting della Juventus, dai conti sempre più disastrati) ma anche da altre realtà che in questi anni hanno trasferito la sede legale in Olanda come Mediaset, tanto per fare un esempio.

E così, mentre a fine mese anche la Roma dirà addio al listino milanese dopo 22 anni in seguito all’Opa lanciata dai Friedkin, sono già nove le società che hanno lasciato definitivamente il nostro listino da inizio anno, tra cui spiccano nomi eccellenti come Cerved Group, Falck Renewables e Tas.

E il peggio deve ancora venire con l’addio a Piazza Affari di un’altra famiglia di peso come i Benetton. Con l’operazione Dufry, infatti, hanno messo a segno un uno-due che in qualche mese la porterà a dire addio al listino milanese. In autunno partirà infatti l’opa per il delisting di Atlantia, mentre al termine dell’acquisto del 50,3% di Autogrill da parte di Dufry (e dell’offerta che ne conseguirà) il nuovo gruppo sarà quotato solo in Svizzera, presso la Six Swiss Exchange, dove già attualmente scambia il gruppo elvetico. E così, di colpo, i Benetton si troveranno lontano dai riflettori della finanza italiana.

Anche i Benetton

Oltre ad Atlantia e Autogrill diranno addio alle quotazioni anche Banca Finnat, Bfc Media, Be-Shaping the future (rilevata da Engineering), Cattolica Assicurazioni, che entrerà in Generali, Coima Res e, appunto, la Roma. Per fortuna che c’è anche qualche collocamento. A fine giugno, infatti, ha fatto il suo ingresso a Piazza Affari De Nora con i suoi 2,7 miliardi di capitalizzazione così come Generalfinance, mentre è slittata a fine anno quello di Plenitude che vale tra gli 8 e i 10 miliardi. 

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