Le Borse cercano il rimbalzo. Ma lo scudo della Lagarde si rivela di cartone
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MercatiPrimo piano Mar 14 giugno 2022

Le Borse cercano il rimbalzo in attesa della Fed. Lo scudo della Lagarde si rivela di cartone

Da questa mattina Piazza Affari cerca il rimbalzo, in linea con gli altri listini europei. Ma è un'inversione poco convinta. Le Borse cercano il rimbalzo in attesa della Fed. Lo scudo della Lagarde si rivela di cartone
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il rimbalzo delle Borse europee

La settimana è partita malissimo. L’indice di Milano quasi il 2,8% portando al 10% circa il calo in sette giorni. L’orologio del listino è tornato a febbraio 2021. In termini di capitalizzazione ha bruciato altri 10 miliardi (solo sul listino principale) che si aggiungono ai 20 miliardi di venerdì (quando complessivamente la borsa milanese aveva polverizzato 39 miliardi). Male anche Francoforte (-2,51%), Parigi (2,67-%) e Londra (-2,59%). Persi ancora 235 miliardi che aggiungendosi al ribasso di venerdì porta il totale delle perdite a 500 miliardi. Da questa mattina Piazza Affari cerca il rimbalzo, in linea con gli altri listini europei. Ma è un’inversione, al momento, poco convinta, in attesa delle banche centrali. 

Il crollo delle Borse

Se la scorsa ottava era stata la peggiore del 2022 quella che si è aperta oggi potrebbe essere una delle peggiori di tutti i tempi. Il rendimento del Btp decennale italiano tocca per la prima volta da gennaio 2014 il 4%. Lo spread quota 237 punti base, livello che non si vedeva dal 2020. Rispetto all’inizio dell’anno il livello è raddoppiato. Sono andati male anche i listini americani con cadute rovinose. Il Nasdaq è arrivato a perdere il 3%. I mercati si stanno accanendo contro l’Italia perché, come sempre è l’anello debole della catena. La speculazione al ribasso sta vendendo Btp in attesa di capire come funzionerà lo scudo anti-spread.

Una protezione che al momento pare essere di cartone e per farlo diventare impenetrabile potrebbe essere necessario molto tempo. In attesa la speculazione si muove violentemente al ribasso sapendo anche che l’intervento della Bce cristallizzerà i guadagni già ottenuti. La proposta sarebbe all’esame dei vertici europei e di molte cancellerie. Favorevoli al cosiddetto scudo anti-spread, secondo fonti di stampa, non soltanto i periferici (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia), ma anche la Francia. Lo strumento tecnico con cui la Bce interverrebbe è il programma Omt. Era stato varato dieci anni da Mario Draghi e consente alla Bce di acquistare i titoli di uno stato in situazione di difficoltà conclamata.

Il tema del Consiglio Ue

L’azione però non sarà immediata. Se ne parlerà al Consiglio Ue di fine giugno, al successivo G7 in Germania e naturalmente al prossimo consiglio della Bce di politica monetaria in programma a luglio. Contemporaneamente dovrebbe scattare il primo ritocco dello 0,25% dei tassi. A questo proposito c’è da registrare l’intervento di Francesco Giavazzi, consigliere economico di Palazzo Chigi secondo cui l’aumento dei tassi per contrastare l’inflazione è uno strumento «sbagliato». Il professore parlava corso del Premio Alberto Giovannini organizzato da Webuild «Noi non abbiamo un’inflazione da domanda come negli Usa, ma abbiamo un’inflazione legata al prezzo del gas. Quindi, a fronte della riduzione della domanda privata dei prossimi mesi, dobbiamo accelerare il Pnrr», ha aggiunto l’economista sottolineando che «lo spread e l’aumento dei tassi d’interesse ridurranno non subito, ma tra qualche mese, la domanda privata»

Lo scudo della Bce

Lo scudo dunque non c’è, almeno per il momento, e se c’è è di cartone, aspetto che lascia l’Italia in balia del mercato con i rischi che ne conseguono. Piazza Affari deve così registrare un nuovo ribasso trascinato tra gli altri da Intesa Amplifon, Nexi e Saipem, con questi ultimi due che perdono oltre il 7% mentre Intesa e Amplifon si muovono tra i 4 ed i 5 punti percentuali di ribasso. Di questo quartetto da segnalare che Nexi ha toccato nuovi minimi storici a 7,478 euro. E’ comunque tutto il listino a soffrire, salvo rare eccezioni (Campari, Diasorin, Terna). Un quadro grafico difficile per quanto nel breve sembrerebbero esserci i presupposti quantomeno per un rimbalzo, sebbene ora la strada che gli indici dovranno percorrere al rialzo per tornare ad inviare segnali di ripresa credibili è piuttosto lunga e tortuosa. Oltre alla Bce a far perdere terreno alle borse europee hanno contribuito le notizie proveniente da oltre atlantico, in particolare quella sull’Inflazione statunitense risultata venerdì superiore alle attese.

La Federal Reserve

Un bel grattacapo anche per la Fed che questa settimana si riunirà (mercoledì) e non è escluso che proceda a un rialzo dei tassi già da subito, senza aspettare il mese di luglio e che questo rialzo possa essere non dello 0,5 ma dello 0,75%. Vedremo quali saranno le decisioni, i mercati intanto si sono innervositi e per il momento hanno preso la via del ribasso, starà ora alle banche centrali operare in maniera da restituire un po’ di fiducia, ma ad onor del vero, viste le premesse, non è che ci sia da stare particolarmente tranquilli.

L’andamento del bund

L’uragano non risparmia il Bundtedesco il cui rendimento raggiunge il livello più alto dall’aprile 2014 all’1,5720% e il tasso del due anni sopra l’1% (1,080%) per la prima volta da agosto 2011. Il tutto mentre sul primario si apre una settimana che vedrà la zona euro molto attiva nell’offerta specie sul segmento 3-7 anni. Sarà la prova generale per capire dove andranno gli investitori. Oltre che sui rendimenti obbligazionari, l’attenzione degli esperti è focalizzata anche sull’euro che si sta indebolendo sulle altre valute, principalmente sul cross con il biglietto verde con il quale tratta ora a 1,06 dollari, in calo dello 0,38% rispetto che a 1,04 di ieri in apertura di seduta. Gli analisti evidenziano che l’andamento anomalo della moneta unica contribuisce a spaventare sull’ipotesi recessione. A scivolare è anche la sterlina che scende dell’1,24% a 1,21 dollari.

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