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In evidenzaMercati Ven 24 marzo 2023

Borsa Milano presa a sportellate dalla banche

Chiusura di Borsa in rosso, dopo una giornata costantemente in segno meno. Il Ftse Mib cede il 2,15%, chiudendo sotto i 26 mila punti Borsa Milano presa a sportellate dalla banche
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Piazza Affari e le altre Borse

Ancora un venerdì in rosso per la Borsa di Milano, che alla chiusura fa registrare una perdita del 2,23% con il Ftse Mib sotto i 26 mila punti.  Piazza Affari è stata maglia nera nella Ue in una giornata difficile. Francoforte chiude in calo dell’1,66%, Parigi cede l’1,74%, Londra lascia sul terreno 1,26%. La Borsa di Zurigo lascia sul terreno il  5,74%. Ubs  cala del 3,55%

La giornata è stata scandita da un’altra fuga dalle banche, ancora travolte dal ciclone che da un paio di settimane le sta mettendo a dura prova. Ad affossare i listini europei, questa volta,  è stata Deutsche Bank.

A scatenare la speculazione contro il colosso di Francoforte sono state le comunicazioni di due piccole banche tedesche (Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank)  annunciando che ad aorile  lasceranno scadere due At1 trasformandole in obbligazioni indicizzate al 9%. Un costo enorme giustificato solo dalle precarie condizioni di salute patrimoniale.

Per la speculazione è stato come vedere il sangue. Si è lanciata sulle azioni delle banche sbranando le quotazioni.  Unicredit, che secondo le voci doveva essere la prossima vittima, ha fatto filtrare di aver chiesto alla Bce l’autorizzazione al rimborsare a giugno un At1 al 6,625%. Ha voluto così dimostrare la solidità del proprio bilancio, smentendo con i fatti tutte le voci velenose che cominciavano a girare a Milano. Ma non ha impedito al titolo di scendere del 4%, così come Banco Bpm e Bper.

CONFERENZA STAMPA CANCELLATA

L’uragano sui mercati è stato talmente potente da consigliare, per la prima volta, di chiudere un vertice europeo senza la conferenza stampa finale.  Ursula von der Leyen e Charles Michel hanno preferito lasciar perdere per evitare di essere fraintesi a mercati aperti. Anche le dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente della Bce, sono state fatte filtrare  con il contagocce. «Il settore bancario della zona euro è resiliente perché ha solide posizioni di capitale e liquidità». A riferire queste parole sono funzionari Ue che si attengono ad un testo scritto per evitare domande difficili.  A metterci la faccia è stato invece cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha rassicurato sullo stato di salute della prima banca tedesca: «Deutsche Bank ha radicalmente modernizzato e rinnovato il proprio modello di business ed è molto redditizia. Non c’è nulla di cui preoccuparsi».

Danni limitati

Le parole di Scholz hanno in parte mitigato il crollo. Deutsche Bank ha chiuso a -8,6% a Francoforte e -6,75% a Milano dopo aver toccato il -14% per gran parte della seduta. A scatenare le vendite anche comprata da Ubs con l’azzeramento di bond At1 per un valore di 16 miliardi di dollari. Due banche tedesche hanno deciso di non rimborsare le loro obbligazioni At1, utilizzate da quasi tutti gli istituti per aumentare il capitale. Precisamente  non vogliono pagare le obbligazioni in scadenza ad aprile, rinnovandole invece a costo di aumentare il rendimento che potrebbe salire al 9%. Il mercato si è spaventato, già in tensione per la crisi creditizia che continua a mordere gli istituti regionali americani dopo il crac di Silicon Valley Bank. I cosiddetti Cds su Deutsche Bank, credit default swap, ovvero l’assicurazione che si paga in caso di fallimento, hanno registrato il più grande aumento giornaliero nella storia della banca tedesca.

Due coincidenze?

Da segnalare che comunque le banche soffrono, temendo un’eventuale fuga dei depositanti, anche perchè lo schema europeo di protezione dei conti corrente fino a 100mila euro è fermo dal 2015 proprio per l’opposizione della Germania. Una  curiosità: Credit Suisse e Deutsche Bank finirono sotto accusa in America per aver soffiato sulla bolla dei subprime nel 2008, chiudendo alla fine un contenzioso con le autorità statunitensi accettando di pagare una maxi multa di complessivi 12 miliardi.

Milano, crisi importata

A Piazza Affari l’indice  delle banche ha lasciato sul terreno il 3% circa. A tirar su il listino, si fa per dire, ci hanno pensato titoli industriali e difensivi in questi casi come Diasorin, +3,6% e Recordati, in rialzo dello 0,3%.  Lo spread  chiude a 189 punti, in rialzo rispetto ai 185,6 dell’apertura e ai 186 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano sale sopra il 4% al 4,009%. L’euro chiude in calo e torna sotto quota 1,08 dollari, allontanandosi ulteriormente dai massimi di sette settimane toccati mercoledì. La moneta unica passa di mano a 1,0765 dollari (in calo dello 0,61%) Sul fronte della politica monetaria, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha dichiarato che “se l’inflazione si sviluppa come previsto, non bisogna fermare la sequenza di rialzi”, segnalando ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Bce.  Il Governatore Visco non cessa di invitare i colleghi a edssere prudenti vista la catastrofe provocata dal rialzo dei tassi troppo repentino e audace.

L’America non ride

Il focolaio del contagio restano gli Stati Uniti dopo il fallimento di Svb e le difficoltà di First Repubblic Bank. Per arginare il contagio  Segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha convocato nel frattempo i vertici delle autorità di regolamentazione finanziaria statunitensi per una riunione non programmata del Financial Stability Oversight Council, che include i capi della Federal Reserve, della Federal Deposit Insurance Corp. e di diverse altre agenzie di regolamentazione. Una decisione che arriva mentre le autorità di regolamentazione continuano a cercare di riportare la calma nei mercati finanziari e tra i correntisti. Le hanno deciso di alzare ancora i tassi, nelle ultime sedute, nonostante la stretta monetaria stia creando problemi alle banche piene di titoli pubblici svalutati proprio a causa del rialzo del costo del denaro. Le stesse banche centrali però non possono non intervenire per evitare il panico sui mercati. Tacco-punta, in attesa di un altro week-end di possibili novità.

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