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MercatiPrimo piano Ven 24 febbraio 2023

Equita-Bocconi, nel 2022 Ipo europee in calo dell'80%

In base all'Osservatorio Equita-Bocconi, nel 2022 mercati azionari in forte rallentamento. Bene le emissioni di bond Esg Equita-Bocconi, nel 2022 Ipo europee in calo dell'80%
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Equita-Bocconi, nel 2022 “tempesta perfetta”

Equita, la principale investment bank indipendente in Italia, ha pubblicato oggi il settimo Osservatorio sui Mercati dei Capitali, lo studio realizzato annualmente nell’ambito della partnership con l’Università Bocconi che analizza i trend dei mercati azionari e obbligazionari in Italia, e le tematiche di sostenibilità, ponendo particolare attenzione agli impatti per investitori e intermediari finanziari dei cambiamenti regolamentari che interessano i mercati dei capitali.

Sui mercati si è registrata la “tempesta perfetta” dovuta alla guerra in Ucraina e le conseguenti dinamiche inflazionistiche hanno costretto le banche centrali di tutto il mondo a reagire e ad aumentare i tassi di interesse rapidamente, così come non accadeva da almeno 40 anni. Per dare una idea, nel 2022 i tassi della Fed sono aumentati di circa 425 punti base in soli 9 mesi; nel 2015 si era arrivati a circa 225 punti base in 36 mesi e nel 2004 a circa 425 punti base in 24 mesi.

Ipo europee in calo dell’80%

Analizzando il mercato delle Ipo su scala europea, nel 2022 c’è stata una importante contrazione dei volumi, con un significativo calo di nuove quotazioni rispetto all’anno precedente (-80%), e un’assenza pressoché totale di operazioni di dimensione significativa nel secondo semestre del 2022 – a eccezione dell’Ipo di Porsche. Se si guarda poi al mercato italiano, nel 2022 ci sono stati delisting per 40 miliardi miliardi circa ma nuove Ipo per soli 1,5 miliardi (0,6 miliardi su Euronext Milan e 0,9 miliardi su Euronext Growth Milan).

Sul fronte Equity Capital Markets italiano nel 2022 i volumi sono stati pari a 5,7 miliardi su Euronext Milan, in calo rispetto a quanto registrato nel 2021 (7,3 miliardi, -22%). Anche il numero di operazioni è risultato in diminuzione, da 29 nel 2021 a 13 nel 2022 (-55%). Importante è stato il peso degli aumenti di capitale (3,6 miliardi), pari al 63% dei volumi complessivi, mentre le Ipo hanno raccolto soltanto 0,6 miliardi. Su Euronext Growth Milan, invece, i volumi di emissioni e offerte sono risultati in linea con l’anno precedente (967 milioni nel 2022 contro i 966 milioni nel 2021) ma anche in questo caso il numero di operazioni è calato significativamente, da 58 nel 2021 a 34 nel 2022 (-41%).

Debito, Germania al top e Italia quinta

Per quanto riguarda il debito europeo e limitatamente al mondo corporate, nel 2022 il primato per volumi di emissioni è detenuto dalla Germania, seguita dal Regno Unito e dalla Francia. L’Italia si posiziona come quinto paese dopo l’Olanda.

Sul fronte Debt Capital Markets italiano, i volumi di emissioni corporate sono diminuiti del 42% (da 41,8 miliardi nel 2021 a 24,4 miliardi nel 2022) mentre il numero di operazioni è diminuito del 43% (da 68 nel 2021 a 39 nel 2022). Si interrompe così il trend positivo che si era registrato dal 2018 per le emissioni obbligazionarie corporate in Italia, sia in termini di volumi di emissione che per numero di operazioni. Le principali emissioni hanno riguardato operazioni investment grade (19,9 miliardi, 81% del totale), seguite da emissioni high yield (3,0 miliardi, 12% del totale).

Il 70% delle emissioni di bond sono state ESG

Sempre sul fronte obbligazionario, se si analizza il mercato per tipologia di emissione, i volumi di emissioni corporate ESG sono risultati in calo (-35%, 17,1 miliardi nel primo semestre 2022 contro 26,4 miliardi primo semestre 2021), ma meno che proporzionalmente rispetto a quelle tradizionali (-53%, 7,3 miliardi  nel primo semestre 22 contro 15,4 miliardi del 2021); sul mercato del debito corporate italiano, dunque, il 70% delle emissioni del primo semestre 2022 sono ESG, percentuale mediamente in crescita negli ultimi anni.

“Il 2022 è stato un anno difficile per i mercati dei capitali a causa di fattori esterni come la guerra, la crisi energetica e le politiche delle banche centrali” ha commentato Andrea Vismara, amministratore delegato di Equita. “I dati del nostro settimo Osservatorio, però, confermano che tali difficoltà perdurano da anni e sono dovute soprattutto a condizioni di sistema. Nonostante quanto fatto di recente a livello normativo dalle autorità europee e italiane, c’è comunque la necessità di introdurre misure più strutturali per incentivare l’accesso ai mercati dei capitali, sostenere la ricerca finanziaria sulle Pmi e sviluppare la base di investitori domestici per sostenere la liquidità dei mercati”.

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