Così gli italiani investono nelle polizze - V&A
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AperturaMercati Mar 07 marzo 2023

Meno unit linked più capitale garantito: così gli italiani investono in polizze e fondi comuni

Negativa la raccolta del ramo III con una riduzione della produzione del 30,5%. Meglio le rivalutabili del ramo I. Ecco perché Meno unit linked più capitale garantito: così gli italiani investono in polizze e fondi comuni Assicurazioni,Polizze
Giuseppe Giusto
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Giuseppe Giusto

Gli investimenti nelle polizze

In che modo i risparmiatori italiani hanno investito i propri risparmi nelle polizze assicurative nel corso del 2022? L’analisi non può che partire dall’andamento delle sottoscrizioni per tipologia di ramo delle imprese italiane ed extra Ue. Il modo più immediato per constatare che il ramo I (polizze rivalutabili con garanzia del capitale investito) non solo ha consolidato il suo ruolo nel comparto, ma rispetto al 2021 ha aumentato la sua incidenza sul totale del new business passando dal 59% al 66% con una raccolta premi pari a 50,3 miliardi e un decremento del 3,3% rispetto al 2021, ma in netto miglioramento rispetto al meno 7,4% del primo trimestre. 
 
Particolarmente negativa la raccolta del ramo III  (polizze unit linked), con un volumi di premi pari a 23,6 miliardi, ed un decremento della produzione del 30,5% rispetto all’anno precedente. I premi vita complessivi, si stima, che a fine 2022 dovrebbero attestarsi a 93,6 miliardi in diminuzione del 12% rispetto al 2021. Una buona notizia. Nel mese di gennaio 2023 i nuovi premi del ramo I sono stati pari a 4,5 miliardi e rappresentano il 77% dell’intera nuova produzione con un incremento del 20,2% del corrispondente mese dell’anno precedente.

Il volume di nuovi affari

La cattiva notizia. La parte restante del volume di nuovi affari ha riguardato quasi esclusivamente il ramo III (unit linked), con una raccolta pari a 1,2 miliardi di premi, con un decremento rispetto al 2021 del 50,6%. In riferimento alle diverse tipologie di prodotti si osserva che i nuovi premi relativi ai prodotti multiramo nel mese di gennaio sono stati pari a 2,2 miliardi, ancora in forte calo rispetto al corrispettivo periodo dell’anno precedente -42,1%.
 
Da segnalare che, dato estremamente importante, la raccolta premi dei prodotti multiramo é costituita dal 69% da premi afferenti il ramo I e dal 31% dal ramo III unit linked, comparto prevalentemente composto da Fondi di tipo classico, senza forme di protezione finanziaria o di garanzia di rendimento minimo, come previsto invece nelle polizze rivalutabili con garanzia del capitale investito del ramo I.  Il mondo é cambiato ed i risparmiatori cercano sicurezza, vista l’inflazione a due cifre e le incertezze geopolitiche delle quali abbiamo scritto più volte.

Le polizze unit linked

Ma cosa sono le polizze unit linked? Sono polizze vita le cui prestazioni sono collegate a quote di organismi d’investimento (fondi comuni) collettivi del risparmio o ad un indice azionario o ad altro valore di riferimento e sono pertanto soggette alla variabilità dell’andamento dei mercati finanziari. Il/i fondo d’investimento può essere interno o esterno. Se esterno il fondo viene gestito da una società di gestione del risparmio.
 
Comunque sia nel primo che nel secondo caso i rischi di perdere i propri risparmi, come già detto, é in capo all’assicurato. Tra l’altro, come si rileva dal rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, le compagnie italiane del settore vita sono maggiormente esposte rispetto alla media Europea ai rischi di tensione sulla liquidità dovuti alle estinzioni anticipate dei contratti, anche a causa dell’esiguità di vincoli e di disincentivi contrattuali in caso di riscatto.

La crescita dei riscatti

Da febbraio 2022 si osserva che il rapporto tra riscatti e premi di nuova produzione é aumentato raggiungendo il 55% in settembre. L’incremento deriva sia dalla flessione della raccolta premi sia dalla crescita dei riscatti. Dall’indagine dell’Ivass sulle potenziali vulnerabilità del settore assicurativo é emerso che il fenomeno é dovuto in gran parte alle maggiori esigenze di liquidità dei contraenti generate dal contesto macroeconomico , ma anche a scelte di reinvestimento in nuovi prodotti finanziari e assicurativi.

La correlazione tra Fondi comuni d’investimento, polizze Unit Linked e quelle multiramo

I dati della mappa mensile del risparmio gestito a dicembre 2022 attestano che il patrimonio ammontava a 2.215 miliardi di euro. A gennaio 2023 il patrimonio gestito sale per l’effetto mercato, la raccolta é piatta. I dati della mappa mensile di gennaio 2023 mostrano un incremento di circa 55 miliardi a 2267 miliardi complessivi. Qui si inizia a percepire, in parte, il mancato contributo dei prodotti assicurativi collegati ai fondi interni ed esterni dei prodotti Unit Linked, infatti la raccolta netta risulta invece pari a  meno 972 milioni.
 
In particolare, i fondi aperti hanno avviato l’anno con 642 milioni di deflussi. Tra le sottocategorie sono rimasti in territorio negativo i prodotti bilanciati, meno 625 milioni, e quelli flessibili, meno 1,67 miliardi. Sul fronte delle delle gestioni di portafoglio, in negativo per 498 milioni nel mese, i mandati istituzionali registrano 756 milioni di deflussi, mentre in quelli retail sono confluiti 258 milioni. Positivi i fondi chiusi per 214 milioni, nel complesso , quindi le gestioni collettive registrano un saldo negativo di 429 milioni .

I fondi obbligazionari

All’opposto i fondi obbligazionari più 609 milioni di nuove sottoscrizioni ed i fondi azionari, più 1,73 miliardi di afflussi dimostrano che gli investitori sono molto sensibili ai cambiamenti repentini dei mercati finanziari. Come evidenziato, anche in questo caso dalla Banca d’Italia, il flusso netto di risparmio verso i fondi comuni aperti é risultato negativo.
 
Le informazioni disponibili per ottobre e novembre 2022 parlano di un’ulteriore riduzione dei flussi netti di risparmio nel quarto trimestre per effetto di una diminuzione della raccolta complessiva dei fondi comuni (meno 1,8 miliardi ), nonostante nuovi afflussi netti verso i fondi azionari. Tutto questo dimostra che la maggior selettività dei criteri d’investimento da parte dei risparmiatori è riconducibile ad  una maggiore percezione dei rischi ai quali, in questi anni di totale incertezza per il prossimo futuro, tutti noi oramai siamo, purtroppo abituati.
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