Spread in calo e Pil in ascesa, gli analisti cambiano idea sul 2023
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Mercati Mar 02 agosto 2022

Spread in calo e Pil in ascesa, gli analisti puntano a un 2023 senza crisi

Spread che scende Pil che sale insieme all’occupazione. La situazione alla fine potrebbe essere migliore del previsto. Spread in calo e Pil in ascesa, gli analisti puntano a un 2023 senza crisi
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

L’andamento dello spread e del Pil

Spread che scende Pil che sale insieme all’occupazione. La situazione alla fine potrebbe essere migliore del previsto. È questa l’opinione di Equita. Gli analisti hanno messo in luce il fatto che i mercati azionari globali hanno registrato una performance complessivamente positiva a luglio (Global Equities +7%, dall’inizio dell’anno -15%) guidata principalmente dall’aspettativa che l’inflazione abbia raggiunto il suo picco a giugno, dalla riduzione delle attese sul ritmo di rialzo tassi da parte della Fed, e da un posizionamento e sentiment già estremamente cauti, in un contesto tuttavia caratterizzato da volumi bassi.

Più gas in futuro

Inoltre, probabilmente, in Europa il mercato ha iniziato a prezzare che lo scenario peggiore di un’interruzione completa delle forniture gas dalla Russia possa essere evitato. Sul fronte macro, il momentum sugli indicatori PMI è ulteriormente peggiorato a luglio, così come la confidenza dei consumatori. In Italia, l’incertezza politica è aumentata dopo le dimissioni del premier Draghi, con elezioni previste per il 25 settembre. Le conseguenze principali che vediamo a livello di mercato sono una risalita dello spread per l’incertezza politica (anche se ci aspettiamo un intervento mitigante da parte della Bce e quindi senza superare i 326 punti toccati con la crisi del 2018), un maggiore rischio di esecuzione dei piani del Pnrr anche per la possibile paralisi di alcune riforme, un rischio di ritardi di alcuni dossier politicamente sensibili (rete unica).

Tuttavia, sul Pnrr, è da ritenere che qualunque nuova coalizione di governo abbia interesse a spingere sui progetti e riforme del Recovery Plan. Un posizionamento degli investitori che resta molto cauto, valutazioni dei mercati che scontano già un deciso rallentamento economico e la convinzione che le banche centrali non vogliano innescare una recessione (e che quindi siano pronte ad intervenire nuovamente per contenere l’aumento dei tassi nel caso in cui la situazione lo richiedesse), portano Equita a confermare la stima positiva sull’azionario.

Ma c’è dell’altro. Come riporta l’agenzia di stampa Reuters e come ripreso dal sito Nasdaq.com, le dichiarazioni di Giorgia Meloni in merito al rispetto, da parte di un eventuale governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia, delle regole di bilancio europee hanno fatto sì che ieri lo spread tra i Btp decennali italiani e gli analoghi titoli tedeschi scendesse al livello più basso dallo scorso 21 luglio, giorno delle dimissioni di Mario Draghi.

Il rispetto delle regole

Probabilmente l’agenzia fa riferimento non tanto a dichiarazioni rilasciate direttamente dalla Meloni ma all’intervista rilasciata a Bloomberg dal senatore Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma di Fratelli d’Italia, e pubblicata lo scorso 29 luglio. Intervista nella quale Fazzolari rassicurava sul rispetto delle regole di bilancio dell’Ue, sulla realizzazione del Pnrr e delle riforme necessarie. In concomitanza con l’ora di pubblicazione dell’intervista lo spread sia dei titoli decennali che di quelli settennali (la vita media del debito italiano è di 7 anni) è iniziato a scendere, sino a far segnare entrambi una diminuzione di circa 20 punti base al primo agosto, con conseguente risparmio per le casse dello Stato in termini di interessi sul debito.

Del resto, la dichiarazione non dovrebbe sorprendere essendo in linea con quanto da sempre sostenuto da Giorgia Meloni sul rispetto delle regole europee. Infatti, come dichiarato più volte dal presidente di Fratelli d’Italia: «Possiamo non essere d’accordo con alcune regole europee, possiamo dichiarare che ci impegneremo e daremo battaglia per modificarle in sede europea, ma, le regole, finché sono quelle attualmente vigenti, vanno rispettate e FdI è garanzia che questo accada».

Tuttavia, come ha sottolineato il Fondo monetario internazionale nel rapporto sull’Italia, la guerra in Ucraina e le turbolenze geopolitiche che ne sono derivate hanno imposto nuove sfide. Il conflitto alle porte dell’Europa ha aggravato la pressione sulle catene di approvvigionamento globali, già in difficoltà dopo i lunghi mesi di scarsa domanda legati al Covid, spingendo al rialzo i prezzi dell’energia e l’inflazione. Inoltre, la grave siccità sperimentata nel Nord Italia potrebbe provocare un’ulteriore impennata dei prezzi degli alimenti, oltre che pesare sulla sicurezza energetica. L’Fmi ha stimato che il Pil crescerà del 3% nel 2022 e appena dello 0,7% nel 2023. Dal 2024 il rallentamento dei prezzi dell’energia e l’elevata spesa pubblica nell’ambito del Pnrr sosterranno la crescita dell’italia. L’inflazione avrà un picco del 6,7%.

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