Tim apre l'asta sulla rete: tra 20 giorni cda su offerta Kkr- V&A
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MercatiPrimo piano Gio 02 febbraio 2023

Tim apre l'asta sulla rete: dopo Kkr, Cdp pronta al rilancio?

Tim ha convocato un altro cda il 24 febbraio per decidere sull’offerta non vincolante ricevuta da Kkr per NetCo. Voci su offerta di Cdp Tim apre l'asta sulla rete: dopo Kkr, Cdp pronta al rilancio? Il logo Tim
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Prossimo Cda Tim il 24 febbraio

“Il Consiglio di amministrazione di Tim, riunitosi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha deciso di convocarsi nuovamente il giorno 24 febbraio, per decidere in ordine all’offerta non vincolante ricevuta da Kkr per NetCo. Tim rimane aperta a valutare ogni eventuale alternativa che dovesse nel frattempo concretizzarsi, e continuerà nel dialogo con i propri stakeholders”. Con questo scarno comunicato – che non dà nessuna indicazione sul prezzo messo sul piatto dal private equity Usa, Tim apre ufficialmente l’asta per il suo asset più profittevole e al tempo stesso più strategicamente rilevante. 

Non a caso nel corso del Consiglio di amministrazione di circa due ore e mezza dell’ex monopolista della telefonia sono trapelate le prime indiscrezioni che danno Cassa Depositi e Prestiti (evidentemente con il fondo australiano Macquarie che ha il 40% di Open Fiber) pronta a sua volta a presentare un’offerta per la stessa Netco. Anche se al momento la vera incognita resta quella sui contenuti della proposti da Kkr. In mancanza di indicazioni da parte di Tim non si può che restare sui rumors e sulle poche certezze. 

I contenuti dell’offerta

L’offerta è non binding, quindi non vincolante, e dovrebbe riguardare un perimetro che oltre alla rete Tim e a Fibercop, la società che porta la fibra dagli armadietti in strada alle case ed è partecipata con il 37,5% dallo stesso Kkr, comprende anche Sparkle (il sistema di infrastrutture internazionale che conta su 560.000 chilometri di rete, di cui 450.000 costituiti da cavi sottomarini, e interconnette Europa, Nord Africa, Medio Oriente e le Americhe) che invece in un primo momento sembrava esclusa. Dovrebbe essere fuori invece il backbone, la spina dorsale dei dati che ha un grande valore economico.  

Si sa inoltre che Kkr non vuole il 100%, prenderebbe una partecipazione che lascia quindi spazio ad altri soci ma realizzerebbe finalmente la perdita dell’integrazione verticale rispetto a Tim. Per altri soci si intendono altre società partecipate dal Tesoro (come F2i o Poste, di cui già si era parlato in passato), ma evidentemente non Cdp visto che la maggioranza del 60% in Open Fiber potrebbe portare diverse problematiche a livello di Antitrust.

Nulla invece è dato sapere sul prezzo che non dovrebbe essere in nessun caso inferiore ai 20 miliardi di euro. In attesa di maggiori informazioni ci sono sia la Borsa (che sulle attese ha spinto il titolo in rialzo del 9,5% alla soglia dei 29 centesimi di euro, un valore che non vedeva da 8 mesi) e il Governo che, pur informato e ritenendo in via generale positivo l’arrivo di un’offerta, non ne conosce i contenuti.

Il ritorno di Kkr

Va ricordato che il fondo americano poco più di un anno fa si era fatto avanti per acquisire tutta Tim. Aveva messo sul piatto 0,505 euro per azione ma poi la proposta era rimasta sulla carta perché Tim non aveva mai dato il via libera alla due diligence richiesta dagli americani. Il Mimit ha fatto sapere che il Governo segue con attenzione l’offerta, ribadendo il suo obiettivo di tutelare sia l’occupazione che la sicurezza della rete di comunicazioni. 

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