Tim, offerta di Kkr per la rete senza Sparkle: 18-20 miliardi - V&A
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In evidenzaMercati Gio 02 febbraio 2023

Sul tavolo di Tim l'offerta del fondo Kkr per la rete: valutazione 20 miliardi. Il titolo vola

A poco più di un anno dalla proposta di Opa su tutta Tim, il fondo Usa fa un'offerta "non binding" per la rete. Cdp spiazzata Sul tavolo di Tim l'offerta del fondo Kkr per la rete: valutazione 20 miliardi. Il titolo vola TIM
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Offerta sulla rete Tim

A volte ritornano. A poco più di un anno dalla proposta di Opa su tutta Tim a o,505 euro per azione, il fondo Usa Kkr ci riprova. Questa volta punta a un boccone più piccolo: la sola rete infrastrutturale dell’ex monopolista, l’oggetto dei desideri di Cassa Depositi e Prestiti (secondo azionista di Tim) che sembrava pronta da mesi – prima con la firma del Memorandum of Understanding poi nel corso dei cinque tavoli portati avanti dal governo – a mettere sul piatto poco meno di 20 miliardi per acquistarla. In entrambe le situazioni l’operazione avrebbe dovuto vedere il fondo Kkr come protagonista (insieme a Macquarie), ma il private equity Usa ha deciso di smarcarsi. 

Come anticipato da Verità&Affari, l’offerta è arrivata sul tavolo di Tim la sera di mercoledì. Oggi l’azienda ha confermato in una nota di averla ricevuta ed ha annunciato un consiglio di amministrazione nel tardo pomeriggio per valutarla. Il governo, che era stato ovviamente preallertato dell’offerta, ha detto che “seguirà con attenzione l’offerta presentata dal fondo Kkr”. Con una nota del Mimit, l’esecutivo ha spiegato che “l’azienda oggi ha un ruolo cruciale nei servizi di telefonia, nella realizzazione della banda larga nel nostro Paese e della infrastruttura del Polo Strategico Nazionale”. Il governo “reputa centrali la salvaguardia dei livelli occupazionali e la sicurezza di una infrastruttura strategica quale la rete nazionale di telecomunicazioni”.

Se l’esecutivo temporeggia, gli investitori accelerano. Tim non è riuscita a fare prezzo in Borsa con un rialzo teorico del 13% in apertura dopo l’offerta. Poi è entrata negli scambi in rialzo dell’11% per poi assestarsi a metà mattina con un più 8% e un valore di poco inferiore a 0,29 euro.

Le caratteristiche dell’offerta

Si tratta di un’offerta non vincolante (“non binding”) per “una quota partecipativa da definire”, ha spiegato Tim. Secondo rumors di mercato si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi. A differenza di quanto emerso ieri sera, nell’offerta sarebbe compresa anche Sparkle, il sistema di infrastrutture internazionale che conta su 560.000 chilometri di rete, di cui 450.000 costituiti da cavi sottomarini, e interconnette Europa, Nord Africa, Medio Oriente e le Americhe. Sparkle ha un grande valore strategico per il Paese: bisognerà capire se il governo valuterà positivamente lasciarne il controllo a un fondo. Ma soprattutto emerge che non c’è una proposta per una quota definita di Netco ma che si prevede la perdita dell’integrazione verticale per il gruppo telefonico che non avrebbe più quindi il controllo dell’infrastruttura.

Cosa vuol dire? Kkr chiede di avere la maggioranza e consapevole del valore strategico della rete apre la porta al governo che dovrebbe decidere in che modo partecipare all’investimento. Esclusa una partecipazione rilevante di Cdp (per questioni Antitrust) potrebbero esserci tante alternative al vaglio per coinvolgere le istituzioni italiane. 

Parola al governo

Dall’esecutivo, soprattutto sponda Mef, c’è una sostanziale apertura: vediamo. Certo, sulla rete rete pesa la grande incognita del Golden Power. Ma è anche chiaro che una situazione di questo tipo isola Cassa Depositi e Prestiti che aveva l’obiettivo di unire poi la rete Tim con Open Fiber di cui detiene la maggioranza con il 60%, mentre il 40% fa capo al fondo Macquarie. 

Secondo le prime ricostruzioni l’iniziativa di Kkr (che ha il 37,5% di Fibercop, la società di Tim che porta la fibra dagli armadietti alle case), in solitaria, senza il coinvolgimento di Cdp avrebbe anche l’obiettivo di smontare i potenziali problemi di Antitrust europeo per la doppia partecipazione di Cassa in Tim e Open Fiber

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