Bce e Fed affossano Wall Street: dollaro debole un'occasione - V&A
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Mercati Ven 16 dicembre 2022

Le banche centrali azzoppano Wall Street: euro sempre più forte del dollaro, occasione da sfruttare

Wall Street affossata dalle banche centrali: netti cali di tutti gli indici. L'euro sempre più forte sul dollaro: un'occasione da sfruttare. Le banche centrali azzoppano Wall Street: euro sempre più forte del dollaro, occasione da sfruttare
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Wall Street fermata da Fed e Bce

Il ribasso di Wall Street non sembra destinato a fermarsi tanto presto. La raffica di aumenti dei tassi sparato dalle banche centrali  di mezzo punto ha azzoppato il Toro. New York ha chiuso in pesante calo nel solco dell’Europa. Il Dow Jones perde il 2,25% a 33.202,22 punti, Nasdaq il 3,23% a 10,810.53 punti, lo S&P 500 il 2,48% a 3.898,50 punti.  

Il messaggio di rigore arrivato dale banche centrali è molto severo. La Fed non prevede di abbassare i tassi prima del 2024.  Un annuncio cui si è aggiunta ieri  la Bce con una decisione che ha diviso il direttivo. Alla fine è stato confermato – alzando i tassi, come atteso, di 50 punti – che serviranno ulteriori strette, con l’inflazione che resterà alta ancora per molto tempo Le Borse hanno reagito nervosamente ma forse con qualche eccesso. Le parole dei banchieri centrali appaiono  più che altro un invito alla cautela.

Nei prossimi mesi il processo di raffreddamento dei prezzi  dovrebbe proseguire, favorendo il ritorno sugli investimenti di rischio  anche se ci vorrà più tempo del previsto. La conferma arriva dall’occupazione Usa. Le nuove richieste di sussidio sono scese a 210.000 da 231.000 della settimana precedente, un calo che gli analisti non si aspettavano. La flessione mostra che il mercato del lavoro resta molto forte, un elemento che favorisce la crescita dei prezzi al consumo.

Gli elementi da segnalare

Netflix

Cade dell’ 8,8%. Si sta rivelando un insuccess0 l’operazione che puntava a offrire il servizio a un prezzo più basso in cambio dell’accettazione di una dose significativa di pubblicità. A novembre, Netflix ha lanciato un’offerta per accedere ai suoi contenuti a un prezzo di 6,99 dollari negli Stati Uniti, ma con lo svantaggio di avere la programmazione interrotta di tanto in tanto dalla pubblicità, con 4-5 minuti di spot all’ora. L’andamento degli incassi è stato inferiore alle attese.

Tesla

È emerso dalle comunicazioni obbligatorie che a inizio settimana Elon Musk ha venduto azioni per 3,58 miliardi di dollari.

Petrolio

Brent e WTI quasi invariato. È tornata in funzione una parte rilevante dell’oleodotto Keystone. La società di gestione dell’infrastruttura ha detto che sta lavorando per riportare alla normalità il flusso in tutta la rete.

Gas

USA [NG.OTC] +1%. Europa +2,6% a 135 euro per mwh.

Valute

L’euro tocca a 1,0735 sul dollaro. Nuovi top da inizio giugno, un ottimo punto di ingresso per diversificare investendo nel biglietto verde.

Asia

Hong Kong è il listino migliore  con un rialzo dello 0,46% . Vade invece dell’1,91% il Nikkei dopo l’annuncio che l’inflazione ha raggiunto il 3,7% a novembre. Record da 40 anni.

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