Le azioni della moda battono la Borsa, il 2023 sarà un anno di lusso
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ApprofondimentiModa Gio 20 aprile 2023

Le azioni della moda battono la Borsa, il 2023 sarà un anno di lusso

Dopo un 2022 contrassegnato da un'impennata del volume d'affari del 20%, gli analisti vedono rosa il settore della moda italiano. Le azioni della moda battono la Borsa, il 2023 sarà un anno di lusso
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

L’andamento del settore moda in Italia

Ci si attende un’ulteriore crescita del fatturato del 4% nel 2023, a eccezione di stravolgimenti imprevisti, dopo un 2022 contrassegnato da un’impennata del 20%. Gli analisti vedono rosa per l settore della moda italiano. A partire dalle società quotate in Borsa. Ne è un esempio Brunello Cucinelli che, dopo aver presentato i conti del primo trimestre 2023 (+34,7%), ha visto ritoccato al rialzo il suo Tp delle azioni.

La crescita del 2022

Stando ai dati della Camera nazionale della Moda italiana nel 2022, alla forte crescita del primo semestre (+20%), è seguito un terzo trimestre brillante, ma in lieve rallentamento, per chiudere l’anno in linea con il trend, intorno ai 98 miliardi. Smentendo, quindi, le preoccupazioni che si avevano di una frenata a causa dei prezzi impazziti dell’energia.

A trainare è stato, come sempre, l’export, che in soli dieci mesi lo scorso anno è cresciuto del 18,1% nell’abbigliamento e del 22% nel settore pelle e calzature. Sono stati gli Usa (+51,9%) e la Corea (+30,2%) a pompare la ripresa del comparto dopo il Covid, mentre il mercato asiatico è stato sostenuto dal Giappone (+18,8%).

Per il 2023 si prevede, quindi, un ulteriore incremento, che potrebbe portare il giro d’affari delle imprese italiane a superare i 100 miliardi, pur tenendo conto del rialzo dei tassi di interesse e dell’andamento dell’inflazione. Come ricorda il report di Mediobanca le 152 maggiori aziende della moda, che hanno sede in Italia, contribuiscono all’1,3% del Pil (dati del 2021).

Il fatturato delle prime 20

Si trovano dislocate in prevalenza al nord (111) e poi al centro (32). Le produzioni riferibili all’alta gamma valgono il 73,2% del totale dei comparti abbigliamento, pelletteria e tessile. E va tenuto presente che le prime venti aziende rappresentano da sole oltre la metà del fatturato aggregato. Al primo posto per ricavi c’è Prada (3,4 miliardi in base agli ultimi dati), che precede Luxottica Group (3,2 miliardi), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5 miliardi). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d’affari di 2 miliardi ciascuno.

Si conferma importante anche la presenza di gruppi stranieri nella società. Sono 58 delle 152 aziende che hanno, infatti, una proprietà estera, che controlla il 43,6% del fatturato aggregato (il 24,2% è francese), in particolare quello nella fascia del lusso. Ma a differenza di quanto si creda il settore della moda si mantiene lontano dai riflettori della Borsa. Solo il 17,5% del fatturato (12,0 miliardi di euro circa) arriva dalle undici società quotate.

A ogni modo il 2023 è iniziato con l’acceleratore premuto per i titoli sul listino milanese. Moncler ha registrato, da inizio anno, un +30% Brunello Cucinelli, Tod’s +25%. Più contenute le performance di Aeffe (+6%) e Salvatore Ferragamo (+2%). Ma con l’avvio della stagione delle trimestrali gli analisti si aspettano nuovi guizzi. Ferragamo, per esempio, presenterà i conti del primo trimestre il prossimo 20 aprile, Tod’s il 10 maggio.

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