Ex parlamentare condannato a 148 anni di reclusione
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Mondo Gio 03 novembre 2022

Ex parlamentare del Myanmar condannato a 148 anni di reclusione

Una corte giudiziaria del Myanmar ha condannato un ex parlamentare della Lega nazionale per la democrazia a 148 anni di reclusione. Ex parlamentare del Myanmar condannato a 148 anni di reclusione
Redazione Verità&Affari
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La condanna in Myanmar 

Una corte giudiziaria del Myanmar ha condannato un ex parlamentare della Lega nazionale per la democrazia (Nld), partito della consigliera di Stato deposta Aung San Suu Kyi, a 148 anni di reclusione. Lo ha reso noto l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici, che cura un resoconto delle persone arrestate e uccise dalla giunta militare birmana sin dal golpe dello scorso anno. Il parlamentare, Win Myint Hlaing, è stato riconosciuto colpevole di quattro capi d’imputazione per terrorismo. L’ex deputato era già stato condannato in precedenza a 25 anni di reclusione con l’accusa di incitamento alla sedizione, che portano la sua pena complessiva a 173 anni di reclusione.

Il 12 ottobre una corte militare del Myanmar ha inflitto ad Aung San Suu Kyi un’altra condanna a tre anni di reclusione, che sommandosi a quelle già comminatele dal golpe di febbraio 2021 comporta una pena cumulativa di 26 anni di carcere. La leader civile e premio Nobel per la pace è stata riconosciuta colpevole d’aver accettato tangenti da un imprenditore locale, secondo quanto riferito da fonti anonime vicino agli atti processuali, sui quali la giunta militare birmana ha imposto il riserbo. Più nello specifico, Aung San Suu Kyi sarebbe stata riconosciuta colpevole di due capi d’imputazione per corruzione, legati a presunte tangenti per 550mila dollari che avrebbe accettato nella veste di consigliera di Stato dal magnate delle costruzioni Maung Waik.

La leader deposta era stata condannata il 29 settembre a tre anni di reclusione con l’accusa di violazione della Legge sui segreti ufficiali. La magistratura birmana ha condannato alla medesima pena detentiva l’economista australiano Sean Turnell, ex consigliere di Suu Kyi a sua volta arrestato dalla giunta poco dopo il golpe dello scorso anno. Nei mesi scorsi Aung San Suu Kyi era già stata condannata a un totale di 20 anni di reclusione per una serie di reati contestatigli dalla giunta, incluse frode elettorale, corruzione e violazione delle restrizioni per il contenimento del Covid-19. Secondo l’Associazione per l’assistenza dei prigionieri politici, dal golpe del 2021 il governo militare birmano ha arrestato 12mila oppositori, e almeno 2.300 sono stati uccisi.

Cosa era successo

Dal golpe di febbraio 2021 la giunta militare al potere a Naypyidaw ha progressivamente intensificato gli attacchi contro milizie etniche e insorti pro-democrazia in diverse aree del Paese. Agli attacchi militari si aggiungono gli arresti di dissidenti, le torture e gli abusi. Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato il 13 settembre un rapporto che illustra i casi di sei attivisti arrestati tra maggio e luglio scorsi e deceduti. “Le sei morti documentate da Human Rights Watch sono solo la punta dell’iceberg della sofferenza e della tortura di quanti sono stati arrestati dalle forze armate e dalla polizia birmana”, ha affermato Manny Maung, un ricercatore dell’organizzazione non governativa. L’inviata speciale delle Nazioni Unite in Myanmar, Noeleen Heyzer, è stata ad agosto a Naypyidaw e non ha potuto incontrare la consigliera di Stato deposta Aung San Suu Kyi. Nei giorni scorsi ha chiarito che non tornerà nel Paese se non potrà incontrarla. I suoi colloqui con la giunta, di fatto, sono stati improduttivi. Lei stessa ha ammesso che “non c’è una strada chiara” per uscire dalla crisi.

Il mese scorso le forze armate del Myanamr hanno avvertito che condividere i messaggi pubblicati sui social media dal governo ombra, che riunisce le forze pro-democrazia del Paese, o persino seguire queste ultime su Facebook, è considerata una forma di appoggio a tutti gli effetti, ed espone a pene detentive sino a 10 anni di reclusione. Il portavoce della giunta, Zaw Min Tun, ha dichiarato durante una conferenza stampa che il governo parallelo battezzatosi Governo di unità nazionale (Nug) e tutte le organizzazioni ad esso collegate, incluse le Forze di difesa popolare – un’alleanza di milizie armate che combattono le giunta – sono a tutti gli effetti organizzazioni terroristiche, e che chi ne condivide o apprezza le attività sui social media si macchia di sostegno “diretto o indiretto” al terrorismo. La pagina Facebook del Nug conta ad oggi 1,32 milioni di follower.

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