Per pagare la guerra Putin cancella pure Natale e Capodanno
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Mondo Ven 07 ottobre 2022

Per pagare la guerra Putin cancella pure Natale e Capodanno

I tradizionali eventi festivi di Natale e Capodanno a San Pietroburgo saranno cancellati. I fondi risparmiati andranno spesi per i militari. Per pagare la guerra Putin cancella pure Natale e Capodanno
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La decisione di Putin per la guerra in Ucraina

I tradizionali eventi festivi di Natale e Capodanno a San Pietroburgo saranno cancellati. I fondi risparmiati andranno spesi per aiutare i richiamati al servizio militare e i volontari. Lo ha riferito la stessa amministrazione comunale. “I fondi risparmiati saranno utilizzati per l’acquisto di attrezzature e munizioni supplementari per i richiamati al servizio militare e volontari”, ha sostenuto il Consiglio comunale. Va ricordato che proprio il presidente russo Vladimir Putin, che ha compiuto 70 anni, ha iniziato la sua carriera politica come vicesindaco della città.

Nonostante la guerra e la crisi, un recente sondaggio ha rivelato che l’81,1 per cento dei russi si fida del presidente Vladimir Putin, mentre “le sue attività sono approvate” dal 76,9 per cento dei cittadini. I risultati si basano su 1.600 risposte di russi maggiorenni in un sondaggio compiuto telefonicamente dal Centro di ricerca dell’opinione pubblica. Per quanto riguarda il primo ministro Mikhail Mishustin, si fida di lui il 63,7 per cento degli intervistati, le sue attività sono approvate dal 51,8 per cento, mentre in generale le attività del governo russo sono approvate da metà degli intervistati, ossia il 51,9 per cento.

Inoltre i partecipanti al sondaggio hanno detto per quale partito avrebbero votato alle elezioni se si fossero svolte prossimamente. Al primo posto risulta Russia unita con il 41,6 per cento, mentre il 10 per cento degli intervistati voterebbe il Partito comunista. L’8,6 per cento degli intervistati sarebbe pronto a votare per il Partito liberaldemocratico di Russia. Infine, il 9,5 per cento dei partecipanti all’indagine voterebbe per partiti non presenti attualmente in Parlamento, mentre il 10,1 per cento non voterebbe alle elezioni. 

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