Roma può diventare rilevante in Europa, ma si passa dagli Usa
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Mondo Sab 05 novembre 2022

Roma può diventare rilevante in Europa, ma per un asse con Berlino si passa da Washington

Geopolitica economica. Le mosse unilaterali della Germania hanno generato una divergenza tra Parigi e Berlino che offre all’Italia. Roma può diventare rilevante in Europa, ma per un asse con Berlino si passa da Washington
Carlo Cambi
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Carlo Cambi

L’asse con gli Stati Uniti

Geopolitica economica. Le mosse unilaterali della Germania hanno generato una divergenza tra Parigi e Berlino che offre all’Italia una nuova potenziale rilevanza geopolitica entro l’Ue e la Bce, queste depotenziate dalla rottura di fatto della diarchia franco-tedesca, perché l’appoggio della terza forza europea alla prima o alla seconda potrà essere decisivo. Con quale strategia Roma potrà usare questo spazio geopolitico per i propri interessi economici?

Scegliere Berlino 

Opzioni: a) mercanteggiare con l’uno e con l’altro su diversi temi settoriali, mettendo all’asta l’appoggio a Francia e Germania in base ai vantaggi offerti; b) privilegiare il bilaterale con la Germania. Contesto: in ambedue le opzioni, però, all’Italia manca “capitale politico”, cioè forza negoziale. Inoltre, il ricatto sul debito è esercitabile sia da Francia (meno) sia dalla Germania (molto) e la divergenza tra i due non arriverà mai a una rottura formale ed esplicita nonostante le minacce francesi di riaprire la “questione tedesca” perché ha abbandonato il concetto di “sovranità europea” franco-centrica comprando armi americane ed attivando un riarmo “Nato convergente”.

Quindi, per poter scegliere tra le due opzioni l’Italia ha bisogno di una ricarica di capitale (geo)politico. Questa può venire solo da una relazione privilegiata con l’America che implica una postura dell’Italia come “cuneo atlantico” entro l’Ue. In buona parte lo è già, la postura va solo “avvitata”. Se fatto questo, la scelta tra le due opzioni sarà possibile, ma anche condizionata dal requisito – che chi scrive definisce “neocavouriano” – di dare all’America qualcosa di rilevante per ottenere qualcosa altro di importante. Con in mente tale requisito, la scelta appare la seguente: tenere sempre aperta la possibilità di mercanteggiamento per fini dissuasivi contro Parigi o Berlino, ma tentando di spingere di più la convergenza con Berlino stessa.

Punti di incontro 

Sullo sfondo c’è l’intreccio tra sistema industriale italiano e tedesco, dove il primo è in posizione di fornitore di componenti al secondo anche se si sta muovendo in una dimensione globale che riduce la dipendenza delle Pmi italiane dalle relazioni con la Germania. Ma tra Roma e Berlino c’è una cointeressenza basica superiore a quella tra Parigi e Roma: sono la prima e seconda potenza manifatturiera europee con modello trainato dall’export. Ambedue hanno perso il mercato russo (danno per circa 12 miliardi all’Italia e tra i 25 e 30 alla Germania) e la Germania è molto più dipendente dalla Cina di quanto lo sia l’Italia.

Berlino è disperata perché vede impraticabile il mercantilismo globale neutralista e teme il crollo strutturale del suo Pil. Tale situazione potrebbe essere un solido fattore di convergenza italo-tedesca. A chi scrive sembra che Berlino abbia aumentato l’allineamento con l’America per poter ottenere il permesso (red pass) di mantenere almeno qualche relazione con la Cina. Ma la relazione stessa è decrescente sia per la strategia di soffocamento americana contro la Cina sia perché Pechino ormai è un concorrente dell’industria tedesca.

Pertanto lo scenario favorisce una convergenza tra manifatturieri/esportatori per spingere l’Ue ad accelerare trattati commerciali di libero scambio strutturati con India, Mercosur, Pacifico non cinesizzato, Africa, ecc. Cioè per allargare la zona di mercato sicuro per l’export. E con l’America? Al momento non è possibile perché a destra e sinistra prevale una postura protezionista. Sarà possibile nel futuro quando Ue e Stati Uniti troveranno il modo di siglare trattati commerciali percepiti come simmetrici e vantaggiosi dai loro elettorati e quando Fed e Bce troveranno utile una convergenza tra dollaro ed euro per rafforzare entrambi.

Ma è un futuro lontano e determinato da un meta-accordo strategico che renda complementari le azioni europee ed americane. Tuttavia, prima di esso possono essere individuati programmi comuni euroamericani capaci di compensare l’assenza di un tratto economico. In questo scenario la Francia è di traverso, ma è possibile mitigare la sua opposizione con concessioni da parte italo-tedesca. Questa strategia è solo un’ipotesi, ma l’utilità reciproca per Italia e Germania è visibile a condizione, appunto, che l’Italia costruisca un bilaterale privilegiato con l’America.

Vantaggi da perseguire 

Nello scambio tra Germania ed Italia quale vantaggio di breve-medio l’Italia dovrebbe perseguire? A parte il respingere in sede Ue regole penalizzanti quali il nutriscore, il privilegio del riuso contro il riciclaggio dei contenitori, ecc., è vitale una convergenza in sede Bce. Certo, è formalmente indipendente, ma anche sostanzialmente politica. Ora nel Direttorio comanda la rappresentante tedesca che preme per la chiusura del rinnovo dell’acquisto dei debiti sovrani acquistati dalla Bce nelle precedenti emergenze deflazionistica e pandemica.

Se ciò avvenisse nel 2023, il costo di rifinanziamento del debito italiano in un anno di possibile riduzione del gettito potrebbe diventare troppo oneroso. Se avvenisse più gradualmente e più tardi, per l’Italia sarebbe un fondamentale sollievo. Ma l’Italia dovrà comunque evitare nuovo indebitamento. La Francia? Quanto abbozzato non implica cercare un 2 a 1 (come Parigi vorrebbe fare con Roma contro la Germania), ma incentivare Parigi ad allinearsi a una Ue atlantica ed estroversa non lasciandole spazio per una sovranità europea divergente. E se la Germania non convergesse con l’Italia? Allora Roma, con il sostegno di Washington, più altri europei, solleverebbe il ritorno della “questione tedesca”: appunto, la relazione con la Germania implica un allineamento forte tra Roma e Washington.

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