Orcel-Messina come Coppi-Bartali, la scalata dei buoni dividendi
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Nuove Economie Mar 02 agosto 2022

Orcel-Messina come Coppi-Bartali, con loro la scalata dei buoni dividendi

Due romani con le idee chiare entrambi laureati nelle università di Roma: Andrea Orcel alla Sapienza e Carlo Messina alla Luiss. Orcel-Messina come Coppi-Bartali, con loro la scalata dei buoni dividendi
Edoardo Narduzzi
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Edoardo Narduzzi

La sfida tra Orcel e Messina

Per troppi decenni le banche italiane sono state avare nelle loro politiche di payout. I dividendi venivano pagati agli azionisti ma mai con troppa generosità. Forse il sistema era troppo frammentato, forse le autorità di vigilanza erano troppo prudenti nella loro moral suasion, forse i modelli di business poco efficienti. Fatto sta che gli azionisti investivano ma senza troppo fare affidamento sul rendimento annuo.

Oggi la musica dello spartito è completamente cambiata e per una ragione facile da spiegare: le due più grandi banche hanno varato piani industriali al 2025 che tra pagamento di dividendi e buyback si ripromettono di restituire fino al 70% ai loro azionisti degli utili netti conseguiti. Questa accelerazione è anche il frutto delle due personalità che guidano Unicredit e Intesa Sanpaolo. Due romani con le idee chiare e con l’ambizione di fare delle due banche dei player europei pur essendo entrambi laureati nelle università della capitale: Andrea Orcel alla Sapienza e Carlo Messina alla Luiss.

L’impegno di Orcel in Unicredit

Orcel ha trasformato Unicredit da una banca alla continua ricerca di dismissioni e aumenti di capitale in una macchina macina profitti che nel primo semestre dell’anno in corso ha registrato utili netti per 2,28 miliardi, stracciando le attese degli analisti ed archiviando i problemi legati alla Russia (dove peraltro Unicredit vanta una delle più efficienti ed innovative banche del paese avendola sperimentata personalmente, ndr). Orcel è un manager che non si risparmia sul lavoro e, dopo aver rinnovato la sua linea manageriale, può concentrarsi sugli ambiziosi obiettivi del suo piano industriale. Oggi l’azione raccoglie un coro unanime di buy ed offre un dividend yield 2023 del 7,2%, valore da tenere presente come hedge anche dell’inflazione.

La semestrale di Intesa Sanpaolo

Se qualcuno ritiene che la qualità del ceo può fare la differenza nella gestione pluriennale di una organizzazione produttiva, allora andare lunghi su Unicredit e dare fiducia ad Orcel ripagherà sicuramente in termini di total shareholder return. Numeri ottimi anche per Intesa Sanpaolo. Messina ha chiuso la semestrale con 2,3 miliardi di utile netto dopo le rettifiche miliardarie legate alle controllate in Russia ed Ucraina. Oggi la banca offre un dividend yield pari all’11.3% che sale al 12,5% nel 2023, mentre il titolo è un buy senza se e senza ma da parte degli analisti che gli assegnano un target price in area 2,55 euro. Messina gioca con la stessa squadra da anni e si è assegnato l’obiettivo ambizioso di raggiungere i 6,5 miliardi di utili netti per il 2025 garantendo un payout del 70%. Se l’escalation del conflitto in Ucraina e l’espansionismo di Pechino nel Mare di Cina in direzione Taipei non faranno saltare il banco dei mercati, c’è da scommettere che la rivalità alla Coppi-Bartali tra Orcel e Messina darà molte soddisfazioni agli azionisti delle loro due banche.

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