Morto Franco Tatò, il manager filosofo delle grandi imprese italiane
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Personaggi
Personaggi Mer 02 novembre 2022

Addio Franco Tatò, il manager filosofo delle grandi imprese italiane

È morto all'età di 90 anni Franco Tatò, dirigente d'azienda con una lunga carriera al vertice delle più importanti imprese italiane. Addio Franco Tatò, il manager filosofo delle grandi imprese italiane
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

La morte di Franco Tatò

È morto all’età di 90 anni Franco Tatò, dirigente d’azienda con una lunga carriera al vertice delle più importanti imprese italiane, da Fininvest a Enel. Si è spento alla vigilia di un intervento per cui era ricoverato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Accanto a lui la moglie Sonia Raule, attrice e presentatrice televisiva, e la figlia Carolina.

Soprannominato “Kaiser Franz” per il pugno di fero che usava nella gestione dei conti, o “manager filosofo”, dopo gli esordi professionali in Olivetti, Tatò ha guidato Mondadori e Fininvest, gruppo in cui ricoprì la carica di amministratore delegato dal 1993 al 1995. I rapporti tra Tatò e Berlusconi iniziarono negli anni immediatamente precedenti a quelli della nascita di Forza Italia. Il Cavaliere lo volle prima in Mondadori, poi in Fininvest. Di lui Berlusconi aveva ricordato: «Quando lo incontro in corridoio ho paura che mi guardi come un costo da abbattere». Rimase in Finvest fino al 1995 per passare in Enel l’anno successivo sempre come amministratore delegato.

Divenne una figura chiave della privatizzazione dell’ex ente elettrico statale. Da capo dell’Enel ridusse il personale da 96.000 a 78.000 unità e lavorò per trasformare l’azienda in una struttura moderna nella fornitura di servizi  Nel 2002, quando il governo Berlusconi non gli rinnovò l’incarico di amministratore delegato di Enel, lo stesso premier Berlusconi gli offrì la poltrona di presidente dell’azienda. Lui declinò l’invito con queste parole: “Caro Cavaliere, io ho un’etica da difendere”.

Di risparmi si può morire

Ecco una miscellanea di una lunga intervista rilasciata da Tatò nel 2014 all’attuale direttore di Verità & Affari, Franco Bechis. Un Kaiser Franz sorprendente e perfino in contrasto con la sua immagine classica di “mani di forbice”, perché dice che “di risparmi si può morire”. Tatò offre anche le sue pagelle al curaro sugli imprenditori che in quegli anni interpretavano il capitalismo italiano.

De Benedetti? Mai stato un grande imprenditore

“Grandi imprenditori in Italia ci sono e sono anche puliti. Uno è facile: Leonardo del Vecchio. Ma anche Diego della Valle lo è.”, diceva Tatò. Che come manager allora promuoveva a pieni voti anche Sergio Marchionne: “Eccezionale. Lo invidio per quello che ha fatto”. Molto diverso il giudizio su Carlo De Benedetti: “Se uno è grande o non è grande si vede dai numeri. Grande risanatore di aziende dicono? Dove sono le aziende che ha risanato, che numeri fanno oggi? Sto parlando della Olivetti, ovviamente. I numeri contano. E un grande imprenditore è uno che costruisce. Magari una piccola cosa, ma grande nel significato”. No, De Benedetti per Tatò proprio non era un grande imprenditore…

Condividi articolo