L’assist di Panetta alla Meloni: «Serve un recovery per l’energia»
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Politica Sab 12 novembre 2022

L’assist di Panetta alla Meloni: «Serve un recovery per l’energia»

L’assist di Panetta alla Meloni, un recovery per l’energia come fatto col Covid, perchè gli investimenti già fatti non bastano L’assist di Panetta alla Meloni: «Serve un recovery per l’energia»
Redazione Verità&Affari
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Panetta e il recovery per l’energia

Scomparsa da un po’ di tempo dal dibattito pubblico, l’ipotesi di un piano di investimenti europei per fronteggiare la crisi energetica, sul modello di quanto fatto col Covid, è stata rimessa ieri sul tavolo dal membro italiano del comitato esecutivo della Bce Fabio Panetta. In un intervento presso la sede dell’Ispi, il banchiere, molto stimato da Giorgia Meloni (il suo nome era circolato con insistenza per il ruolo di ministro dell’economia), ha auspicato una risposta comune allo shock dei prezzi che «potrebbe prendere la forma di una capacità di bilancio europea dedicata agli investimenti, sull’esperienza del Next Generation Eu».

La prospettiva è sempre stata osteggiata dalla Germania, mentre la Francia, che attraverso il commissario al mercato interno Thierry Breton (in una lettera scritta insieme al responsabile Ue dell’economia Paolo Gentiloni) aveva inizialmente sostenuto la tesi di «una risposta di bilancio europea» richiamandosi al modello del Sure (uno strumento finanziato con debito comune per sostenere la cassa integrazione durante la pandemia), è sembrata poi fare un passo indietro.

Passo indietro?

In una recente intervista a più quotidiani europei il ministro dell’economia di Parigi Bruno Le Maire ha infatti liquidato le domande su una possibile riproposizione di strumenti simili al Next Generation Eu o al Sure, dicendo che «la risposta giusta alla crisi inflazionistica non è alimentare la domanda senza limiti».

Panetta nel suo intervento all’Ispi ha messo invece il dito nella (annosa) piaga dei pochi investimenti europei. «I governi dell’area dell’euro hanno investito circa 500 miliardi di euro in meno nel periodo 2011-19 rispetto al periodo pre-crisi 2000-2009. Gli investimenti pubblici netti nell’area dell’euro nel periodo 2011-19 sono stati i più bassi tra le economie avanzate, ad eccezione del Giappone». Un trend invertito dopo la pandemia, grazie al recovery plan. Ma «pur rappresentando un passo fondamentale nella giusta direzione, il Next Generation Eu, se attuato correttamente, riporterà solo temporaneamente gli investimenti pubblici ai livelli precedenti la crisi finanziaria globale».

Insomma, quei soldi non bastano, secondo Panetta, tanto più in uno scenario in cui, se pure non assistiamo a «una chiara tendenza alla deglobalizzazione», la globalizzazione sta comunque cambiando «natura». Ciò comporterà il fatto che, «come le imprese, anche i governi dovranno investire per ridurre le loro eccessive dipendenze e garantire la sicurezza collettiva dell’Europa».

Modello in discussione

È un intero modello economico ad essere messo in discussione: il modello orientato all’export, con cui la Germania ha plasmato l’Europa a sua immagine e somiglianza. «Il nuovo ordine mondiale implica anche che le economie europee non possono più fare affidamento sulla domanda estera come “rimedio di ultima istanza”», nota Panetta.

«Negli ultimi anni, sviluppi come le guerre commerciali hanno messo in dubbio l’eccessiva fiducia riposta nella crescita trainata dalle esportazioni. Si chiede ora un modello di crescita più equilibrato, in cui la domanda interna abbia un ruolo maggiore per stimolare la crescita in Europa e gli investimenti pubblici riacquistino l’importanza necessaria per rafforzare la base di capitale nazionale e rispondere agli shock».

Auspici che però devono fare i conti con l’altissima conflittualità interna alla Ue, di cui il recente scontro Roma-Parigi è solo l’episodio più chiassoso. Ieri, per dire, l’Italia, il Belgio, la Grecia e la Polonia hanno minacciato di bloccare il pacchetto contro il caro energia nel prossimo euro-vertice del 24 novembre se tra le misure in discussione dovesse mancare il tetto al prezzo del gas.

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