Perchè tra Berlusconi e Meloni è già finita la pace, il nodo della Giustizia
Il passo falso che aveva segnato lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni pareva archiviato, ma meno di 24 ore dopo.La pace tra Berlusconi e Meloni
Sembrava andasse tutto liscio dopo il vertice in via della Scrofa. Incontro faccia a faccia, foto assieme sorridenti e comunicato congiunto. Il passo falso che aveva segnato lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni pareva archiviato, ma meno di 24 ore dopo, con le nuove dichiarazioni del leader di Forza Italia, siamo invece a un passo dalla rottura.
Già l’indicazione data ieri mattina dal Cavaliere sui nomi dei capigruppo alla Camera e al Senato, Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli, entrambi dell’ala “anti” meloniana di Fi, presagiva una presa di distanza o quantomeno il premiare la linea ronzulliana che ha boicottato l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato. Poi, sono partite una serie di dichiarazioni che hanno messo in dubbio tutto quello che appariva scontato dopo l’incontro con Meloni, cioè un patto in cui Berlusconi accettava Carlo Nordio alla Giustizia in cambio di un altro ministero di peso.
Le parole di Berlusconi
Non è stato così. Il Cavaliere ha voluto riprendersi la scena, prima dicendo che «in Forza Italia c’è profonda amarezza perché a parità di elettori con la Lega, il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali ci ha portato 20 deputati in meno e 10 senatori in meno. Per questo non io, ma i miei senatori hanno voluto dare un segnale su questo tema chiedendo pari dignità con la Lega».
La lista dei ministri di Forza Italia
Poi sciorinando una lista dei ministri di Forza Italia, Antonio Tajani, Gilberto Pichetto Fratin, Anna Maria Bernini, Gloria Saccani Jotti, ma soprattutto Elisabetta Casellati al ministero della Giustizia. «Nordio lo incontro oggi, perché mi piace incontrarlo e parlarci, noi abbiamo detto alla Giustizia c’è l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. Su questo c’è l’accordo. Meloni ha suggerito soltanto: c’è Nordio che è bravissimo, vedilo, perché magari ti convinci che è la scelta giusta, ma io sono già convinto della scelta della Casellati, conosco le cose che ci sono da fare come riforma della giustizia», ha affermato Berlusconi.
L’amicizia con Putin
Non contento, evidentemente, di aver fatto un annuncio dirompente, ha poi calcato la mano, durante il suo intervento alla riunione alla Camera per l’elezione del capogruppo, scagliandosi contro Meloni. La registrazione audio diffusa da Lapresse illustra la cruda realtà. Il Cavaliere ha raccontato di aver chiesto una compensazione «perché la Lega ha già avuto qualcosa più di noi perché la signora Meloni si è tenuta la presidenza del Senato, e io le ho detto che deve imparare da capo di un governo almeno a usare il condizionale». Berlusconi ha detto di essere stato «aperto e generoso» quando era premier se si vuole «tenere unita la coalizione».
Ma più dirompenti ancora sono state le parole sul leader del Cremlino: «Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto», ha detto, raccontando che si sono scambiati dei regali di compleanno. Poi ha concluso affermando che «i ministri russi hanno già detto in diverse occasioni che siamo noi in guerra con loro, perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina. Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro».