I 5 Stelle diventano un partito e nel bilancio spunta un bel problema
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Politica Gio 14 luglio 2022

I 5 Stelle diventano un partito e nel bilancio spunta un bel problema

Movimento 5 stelle movimento non è più e dal 7 aprile scorso è diventato un partito politico come tutti gli altri. I 5 Stelle diventano un partito e nel bilancio spunta un bel problema GIUSEPPE CONTE PRESIDENTE MOVIMENTO 5 STELLE
Fosca Bincher
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Fosca Bincher

Il bilancio del Movimento 5 Stelle

Giuseppe Conte ha portato la rivoluzione copernicana nella storia del Movimento 5 stelle, che movimento non è più e dal 7 aprile scorso è diventato un partito politico come tutti gli altri. Quel giorno infatti la commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici ha deliberato a risicata maggioranza (3 sì e 2 no) «di iscrivere il Movimento 5 stelle nel registro nazionale dei Partiti politici riconosciuti ai sensi della legge n. 13 del 2014», quella avversata fra urla e strepiti proprio dai grillini, che portava la firma iniziale di Enrico Letta e quella successiva di Matteo Renzi che guidava il governo in carica quel giorno.

A Conte questa trasformazione impensabile è servita a un solo scopo: potere fare affluire nelle casse del M5s anche i soldi del 2 per mille Irpef. Sono finanziamenti dello Stato a tutti gli effetti, che quella legge consente di togliere dal monte tasse destinato al fisco per dirottarne su indicazione dei contribuenti che vogliono al partito del cuore. C’è dunque l’indicazione del singolo cittadino, che però non versa soldi suoi, ma quelli che altrimenti incassava lo Stato. È un finanziamento pubblico a tutti gli effetti. E ora si capisce anche perché, dopo la pubblicazione avvenuta ieri del bilancio 2021 della Associazione Movimento 5 stelle, che ora diventa partito politico tradizionale.

Anche i grillini non pagano

I conti dell’anno scorso sono pure in utile di 289.024 euro, secondo la relazione del tesoriere Claudio Cominardi. Ma in bilancio c’è una voce piuttosto pesante, quella dei «Crediti vs/parlamentari e consiglieri regionali», che ammonta a 2.552.949,12 euro e indica anche qui che tutto il mondo della politica è paese: gli eletti grillini non rispettano gli impegni presi all’atto della accettazione della candidatura e non versano al loro movimento la prevista quota dell’indennità ricevuta. Esattamente come avviene in molti altri partiti politici. Cominardi è ottimista e ha messo a fondo rischi su crediti solo 255.647 euro di quella cifra. Il tesoriere spiega: «Il Fondo è stato stimato nella misura di circa il 10% dei crediti v/ portavoce. La previsione di tale Fondo è operata in via del tutto prudenziale in ragione dei rischi connessi ai tempi del recupero propri delle attività disciplinari, anche cautelari, propedeutiche e, eventualmente, alle attività in sede giudiziale che dovranno essere poste in atto, tempi che potranno risultare più lunghi in caso di soggetti la cui iscrizione al Movimento sia per qualsiasi ragione cessata o venga in futuro a cessare».

Bisogna inseguire deputati, senatori e consiglieri regionali prendendoli per il collo per fare tornare i conti e c’è pure il rischio che quelli nel frattempo seguano altre strade e altri gruppi e quando uno chiede il dovuto del passato riceve pure una sonora pernacchia. Ma avendo un esercito di eletti comunque nel 2021 sono affluiti nelle casse grilline 7,4 milioni di euro: 2,4 milioni come «contributi da persone fisiche» e 5 milioni come «contribuzioni per devoluzione», che però poi sono da versare ai destinatari. Un buon risultato che nello stesso bilancio si accompagna a un poco onorevole “soffietto” al nuovo leader maximo, e questa genuflessione no, non era mai accaduta nella storia degli altri partiti.

Le nuove spese della presidenza Conte

Qui la relazione che accompagna il bilancio urla invece: «Non può sfuggire che tali risultati si accompagnano al rinnovato entusiasmo partecipativo seguito alla leadership del Presidente Giuseppe Conte». Un punto di riferimento anche sotto il versante delle spese che non sono state poche (6,8 milioni di euro): «In occasione delle elezioni – nonché di attività territoriali di promozione del Movimento 5 Stelle – è stata sovente richiesta la partecipazione del Presidente Giuseppe Conte. In tali casi l’Associazione ha sostenuto le sole spese per il viaggio del Presidente e per lo spostamento dello staff al seguito».

Fra le nuove spese di questa trasformazione in partito l’affitto dal primo di luglio 2021 di una sede del M5s nella centralissima e carissima via di Campo Marzio. Il costo per soli sei mesi è stato di 83.905 euro, a cui si aggiungono gli oneri per la ristrutturazione dei locali e i 10.623 euro per il cablaggio dei locali e 63.440 euro per la “customizzazione”: «Costi per adattare programmi informatici alle esigenze specifiche dell’Associazione». Sono stati assunti anche per la prima volta dei dipendenti: 2 giornalisti con contratto di collaborazione e 4 in segreteria a tempo indeterminato. Quest’anno anche grazie al 2 per mille si spenderà di più: «L’esercizio 2022 sarà caratterizzato dall’incremento delle spese connesse all’esercizio delle attività politiche sul territorio, soprattutto in vista dei preparativi per la campagna elettorale per le elezioni amministrative e politiche».

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