Carola vuole mettere in mutande Salvini, nuova grana per Draghi
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PoliticaPrimo piano Gio 07 luglio 2022

Carola vuole mettere in mutande Salvini, nuova grana per Draghi

C'è un'altra grana che Mario Draghi avrebbe con tutto il cuore voglia di evitare: quella che potrebbe procurargli Carola Rackete. Carola vuole mettere in mutande Salvini, nuova grana per Draghi
Franco Bechis
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Franco Bechis

La vicenda di Salvini e Carola Rackete

C’è un’altra grana che Mario Draghi avrebbe con tutto il cuore voglia di evitare: quella che potrebbe procurargli Carola Rackete. Sì, proprio la pasionaria tedesca dei migranti che nel 2019 da capitana della Sea Watch 3 forzò il blocco navale italiano per attraccare al porto di Lampedusa suscitando le ira dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Eventi che sembrano perdersi nel passato remoto, non fosse che Carola ha fatto irruzione nella politica italiana il primo luglio scorso.

Quel giorno è arrivata in mano del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, una vera patata bollente. Il tribunale di Milano, a firma della dottoressa, Maria Burza, ha chiesto di valutare se Salvini era coperto dall’immunità parlamentare quando rovesciò sulla Rackete ogni sorta di improperio in comizi, dirette Facebook e presenze nei programmi in tv. Perché Carola al tribunale milanese si è rivolta facendo causa per diffamazione e successivo eventuale risarcimento danni al leader della Lega.

Che cosa era successo con Carola Rackete

Certo i passaggi delle invettive di Salvini non erano leggerissimi nei confronti della pasionaria, definita su ogni media come “la criminale”. Risparmiamo i passaggi testuali elencati di ogni intervento, e citiamo solo quelli contenuti nel capo di accusa per diffamazione che contesta a Salvini di avere definito in più occasioni la Rackete “complice di scafisti e trafficanti, criminale, sbruffoncella, ricca tedesca fuorilegge, delinquente, ricca e viziata, comunista tedesca, zecca tedesca, comandante criminale”. 

Ora questa richiesta del tribunale milanese arriva prima in giunta per le autorizzazioni a procedere in Senato e poi nell’aula di palazzo Madama. Entrambe dovranno se Salvini aveva l’immunità o se invece deve andare a processo rischiando anche la causa di risarcimento. Ed è qui che il problema diventa di Draghi. Perché Salvini fu salvato stando in maggioranza del governo gialloverde dai grillini. Poi mandato a processo dagli stessi quando la Lega era passata all’opposizione. Ora che entrambi sono di nuovo al governo, che faranno? La risposta è quanto mai incerta. È una piccola bomba a mano destinata ad esplodere nei palazzi della politica e fare deflagrare pure il governo. C’è qualcuno in grado di disinnescarla? O sarà invece un’ottima occasione per chi sostiene Draghi controvoglia?

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