Vaccini Covid, il ministro della Salute promette: mai più obbligo - V&A
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PoliticaPrimo piano Lun 05 dicembre 2022

Covid, il ministro Schillaci promette: "Mai più obbligo vaccinale, emergenza alla fine"

Orazio Schillaci racconta la svolta nella gestione del governo sui vaccini Covid: non tornerà mai più l'obbligo vaccinale. Covid, il ministro Schillaci promette: "Mai più obbligo vaccinale, emergenza alla fine"
Redazione Verità&Affari
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Vaccini Covid, mai più l’obbligo

Sul Covid e i vaccini la gestione del governo Meloni sarà differente: mai più obbligo vaccinale. A dirlo è il ministro della Salute Orazio Schillaci in un’intervista a Libero. “Non rimetteremo l’obbligo vaccinale e saremo sempre attenti a mediare il diritto alla salute con il rispetto delle libertà personali“, spiega.

La pandemia è cambiata spiega Schillaci e per ciò deve cambiare anche la sua gestione. “Siamo entrati in un’altra fase, non più degli obblighi ma della persuasione: responsabilizzare i cittadini, non obbligarli”. Oggi – continua il ministro – “ci sono temi più importanti e impellenti del virus“. Linea condivisa anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Ha sempre detto di essere contraria all’obbligo per i vaccini Covid”.

Svolta in primavera

Schillaci si è anche soffermato sulla gestione ospedaliera del virus. “Spero che con la prossima primavera ce la lasceremo alle spalle”, spiega il ministro. Che sottolinea come la situazione negli ospedali e nelle terapie intensive sia “sotto controllo”.

Il ministro della Salute sottolinea comunque l’importanza del vaccino per gli anziani. “L’indicazione è nota: quarta dose per i fragili e vivamente consigliato il vaccino per l’influenza, che quest’anno può essere perfino più rischiosa”, evidenzia Schillaci. 

Ritorno dei medici no vax

Il ministro a Libero difende anche la scelta di far tornare in corsia i medici che si sono opposti ai vaccini Covid. “In tutto il resto del mondo erano già rientrati”, sottolinea. Evidenziando anche come il ritorno negli ospedali fosse già in calendario perché il divieto era in scadenza a fine anno.

“Abbiamo anticipato di poche settimane sia per un problema d’organico sia per una scelta filosofica: sul Covid e i vaccini bisogna andare verso una riconciliazione nazionale“, conclude Schillaci.

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