Greggio russo: col tubo sì, in nave no. Ma alla mini-intesa Ue manca l’ok di Orban
Il confuso copione che abbiamo già visto nella partita sulle sanzioni al gas russo sta andando in scena anche per il petrolio.Quasi goal. Il confuso copione che abbiamo già visto nella partita sulle sanzioni al gas russo, e anche sul price cap chiesto dall’Italia, sta andando in scena anche per il petrolio. Con le squadre in campo che corrono in ordine sparso, l’Europa non è ancora andata in rete e il via libera definitivo sullo stop ai greggio di Mosca potrebbe slittare a fine giugno.
Eppure ieri, a poche ore dall’inizio della riunione del Consiglio europeo, sembrava quasi fatta, almeno a sentire le dichiarazioni filtrate dalle fonti di Bruxelles più o meno ufficiali. Il primo a parlare, è stato Josep Borrell in un’intervista radiofonica: «Penso che nel pomeriggio potremo offrire un accordo ai capi di Stato e di governo», ha detto alla radio francese France Info l’Alto rappresentante Ue per la politica estera parlando delle trattative sulle restrizioni alle importazioni di petrolio russo nel sesto pacchetto di sanzioni.
L’ottimismo è stato diffuso mentre sul tavolo degli ambasciatori dei 27 arrivava l’ultima proposta di Bruxelles, quella di inserire nelle conclusioni del vertice europeo il punto secondo cui lo stop al greggio russo con «deroghe temporanee», sarà affrontato dall’Ue «il prima possibile».
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