Papà assolto, Maria Elena Boschi scoppia in lacrime
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PoliticaPrimo piano Mer 15 giugno 2022

Maria Elena piange per babbo assolto. Ridono Mediobanca e Grande Stevens

Maria Elena, che di cognome fa Boschi, ex  ministra e fedelissima di Matteo Renzi, ha pianto per il padre assolto su Banca Etruria. Maria Elena piange per babbo assolto. Ridono Mediobanca e Grande Stevens MARIA ELENA BOSCHI
Redazione Verità&Affari
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Le lacrime di Maria Elena Boschi

Ha pianto, Maria Elena Boschi. Come una bambina, dice lei. Commossa ed emozionata, dopo che papà Pier Luigi è stato assolto dall’accusa del pm sulle consulenze d’oro in Banca Etruria. Lui che dell’istituto di credito finito in bancarotta (tecnicamente in liquidazione coatta amministrativa), amico di politici e potenti, era vice presidente. “Il fatto non sussiste”, hanno sentenziato in primo grado i giudici del tribunale di Arezzo, assolvendolo con altri 13 imputati. 

Ministre in aiuto

Ora Maria Elena, ex ministra e fedelissima di Matteo Renzi, scrive: “Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria”. Ma sostiene di avere pianto. E lo ha lacrimato sui social. Tanti sono andati subito a consolarla, in maniera virtuale, con faccine di apprezzamento e commenti di tutti i politici a lei più vicini, a iniziare dalle ex ministre Teresa Bellanova e Valeria Fedeli. La Boschi ringraziando i magistrati chiude il suo post con toni melodrammatici e un: “Ti voglio bene babbo”.

 

Bankitalia dove è finita?

La giustizia naturalmente fa il suo corso e non è questa la prima assoluzione avuta da papà Boschi come da altri consiglieri di amministrazione di Banca Etruria. Resta pur sempre da chiarire chi abbia avuto la reponsabilità del disastro di Etruria, e i pareri sono stati diversi come ricordato anche nella puntata de l’Abitacolo con la Boschi: tanti guai sono venuti dalla scarsa vigilanza di Bankitalia e proprio durante il suo periodo di commissariamento dell’istituto di credito. Il filone delle consulenze d’oro era per altro uno dei filoni di indagini minore, sia perché riguardava un importo assai limitato rispetto al crac di Etruria (4,3 milioni di euro), sia perché coinvolgendo Boschi & c si tiravano in ballo poteri forti mica da ridere.

ALBERTO NAGEL AD MEDIOBANCA

L’allegria di Nagel

I beneficiari di quelle consulenze d’oro furono infatti Bain&co (1,9 milioni di euro), Mediobanca (532 mila euro per due mesi di consigli), lo studio dell’avvocato Franzo Grande Stevens di Torino, da sempre legato alla famiglia Agnelli (824 mila euro) e fra gli altri anche lo studio legale romano De Gravio e Zoppini (800 mila euro). Assolvendo gli amministratori di Banca Etruria si allontana quindi ogni possibile ombra anche sul peso di quelle parcelle.

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