Meloni riformula la Flat Tax: «Andrà applicata così»
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ In evidenza/Politica
In evidenzaPolitica Ven 12 agosto 2022

Meloni riformula la Flat Tax: «Andrà applicata in questo modo»

La Flat Tax messa in campo dalla Lega e da Forza Italia non riempie d’entusiasmo Giorgia Meloni, che la riformula. Meloni riformula la Flat Tax: «Andrà applicata in questo modo»
Riccardo Pelliccetti
di 
Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

La discussione sulla Flat Tax

Mentre Matteo Salvini si prepara a calare i suoi assi per le candidature alle elezioni, la Flat Tax messa in campo dalla Lega e da Forza Italia non riempie d’entusiasmo Giorgia Meloni. Non che la leader di Fratelli d’Italia sia contraria, anzi, ma già da tempo afferma che bisogna fare «proposte realizzabili». La Flat tax è un onere pesante che darebbe frutti solo nel medio-lungo termine. D’altronde, le finanze pubbliche italiane, schiacciate dal debito, non sarebbero in grado di sostenere da subito l’imposta unica. «Diminuire la pressione fiscale è un tema fondamentale sul quale il centrodestra è d’accordo, poi su quale sia il modo migliore per farlo lo si vedrà dopo il risultato delle elezioni», ha detto ieri Meloni su RadioUno, cercando di frenare gli alleati. «Noi siamo convinti che la flat tax vada applicata sui redditi incrementali, vale a dire su tutto quello che si fattura in più rispetto all’anno precedente», ha spiegato.

Che cosa significa? L’aliquota, 15 o 23% (o altra perché deve essere ancora concordata), sarebbe applicata solo sulla parte in più del reddito dichiarato rispetto all’anno prima. La misura costerebbe molto meno alle casse dello Stato e potrebbe disincentivare l’evasione fiscale. Meloni ha indicato il suo punto fermo: «La nostra priorità è aumentare i soldi in busta paga e favorire le assunzioni. Abbiamo bisogno di favorire le assunzioni, dobbiamo capire che la povertà non si abbatte tramite decreto».

Le candidature

Salvini, intanto, starebbe pensando di candidare alle elezioni politiche del 25 settembre i governatori di Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Il leader della Lega vorrebbe che Attilio Fontana, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga «rispondessero alla chiamata alle urne, dando una mano». Secondo il retroscena pubblicato da La Stampa, l’idea sarebbe stata lanciata una settimana fa, durante una riunione ristretta dei vertici leghisti. La proposta è «candidarli, tutti e tre», inserendoli nel listino proporzionale, come capilista. «Un modo per frenare l’emorragia di consenso e tenere legato un elettorato fedele e, per quanto riguarda veneti e friulani, soddisfatto del governo regionale», ha scritto il quotidiano di Torino.

Silvio Berlusconi, dal canto suo, è tornato a illustrare le sue idee per rilanciare il Paese a partire dalla infrastrutture, che sono inserite in «Per l’Italia. Accordo quadro di programma per un governo di centrodestra» pubblicato ieri. «È grazie al nostro governo che l’Alta velocità è arrivata a Salerno, accorciando l’Italia, ma la rete dell’Alta velocità va estesa a tutto il Sud, deve raggiungere le regioni adriatiche e deve estendersi fino alla Sicilia, naturalmente con la realizzazione, direi finalmente, del ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che avevamo già approvato, già finanziato, già appaltato e che oggi, se la sinistra non avesse bloccato tutto, sarebbe già in funzione da tempo», ha detto il leader di Forza Italia in un’intervista a Radio Norba. Berlusconi ha aggiunto che il centrodestra porrà la massima attenzione allo stato dei conti pubblici e alle regole europee. «Non intendiamo in nessun modo aggravare il nostro deficit».

Condividi articolo