Chi festeggia a sorpresa nel mondo per l'elezione della Meloni
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Politica Gio 29 settembre 2022

Chi festeggia a sorpresa nel mondo per l'elezione della Meloni

La vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre è stata accolta nel mondo arabo con curiosità, moderata fiducia. Chi festeggia a sorpresa nel mondo per l'elezione della Meloni
Redazione Verità&Affari
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La vittoria della Meloni vista dal mondo arabo

La vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre è stata accolta nel mondo arabo con curiosità, moderata fiducia, compostezza e razionalità, ma anche scetticismo e timore in particolare per i possibili sviluppi in tema migratorio. Le principali testate giornalistiche ed emittenti televisive del Medio Oriente hanno dedicato ampio spazio alla figura di Meloni, anche se finora pochi leader arabi si sono congratulati con la leader di Fd’I, probabilmente preferendo aspettare l’ufficialità dell’incarico. L’agenzia di stampa emiratina “Wam” riferisce oggi che il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, e il primo ministro e sovrano di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktoum, hanno “inviato distinti messaggi di congratulazioni” alla leader di Fratelli d’Italia.

“Grazie per i messaggi di congratulazioni. Lavoriamo insieme per una fruttuosa cooperazione bilaterale e la stabilità del Medio Oriente”, ha risposto Meloni su Twitter. Un messaggio di congratulazioni è giunto anche dal primo ministro del Bahrein, Salman bin Hamad Al Khalifa, a cui la leader di Fratelli d’Italia ha risposto sempre sui social network, sottolineando l’importanza delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, fondamentali per “rafforzare la sicurezza globale e stabilità” nella regione del Medio Oriente.

I mussulmani in Italia

Gli oltre tre milioni di musulmani che vivono in Italia “non vedono l’ora” di interagire con il futuro governo e non si aspettano un cambiamento in negativo nell’atteggiamento di un esecutivo di destra in materia di libertà religiosa, riferisce il quotidiano “Arab News”. Con molta probabilità, Meloni sarà la prima premier donna in Italia chiamata a guidare quello che sarà il primo governo di destra dalla Seconda guerra mondiale, precisa “Arab News”, secondo cui un esecutivo di questo tipo potrebbe adottare una linea più dura sul dossier migranti, ma nulla dovrebbe cambiare nella visione del Medio Oriente e del mondo arabo.

“Siamo assolutamente fiduciosi che ogni governo italiano rispetterà la Costituzione, che include nei suoi principi la libertà di culto. Ci aspettiamo che il nuovo governo sia attento ai diritti delle comunità islamiche”, ha detto ad “Arab News” Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia, la quale ha evidenziato che, tuttavia, i musulmani in Italia continuano a riscontrare difficoltà “dai cimiteri islamici alla necessità di una legge che regoli la costruzione di luoghi di culto per tutte le religioni”. “Le comunità islamiche italiane non possono essere accusate di essere vicine al fondamentalismo islamico. Siamo tutti cittadini della Repubblica italiana che si sentono parte integrante della società italiana”, ha aggiunto Lafram.

Parallelamente, l’imam Izzedin Elzir, ex presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, ha sottolineato che i musulmani in Italia “sono una comunità apartitica” e desiderano “essere un valore aggiunto per il Paese”. “Ci aspettiamo attenzione dal governo, che dovrebbe attuare la Costituzione, in particolare sulla libertà religiosa. Credo che possiamo fare un buon lavoro insieme. Governare è diverso da fare campagna elettorale”, ha aggiunto.

La stampa israeliana ha accolto con apparente pragmatismo il risultato delle elezioni di domenica 25 settembre che hanno dato alla coalizione di centrodestra il 43,8 per cento di voti, incoronando Fratelli d’Italia primo partito con il 26 per cento delle preferenze degli elettori. Complici le concomitanti festività del Capodanno ebraico, finora non c’è stata alcuna reazione a livello politico. Tuttavia, tra i principali quotidiani israeliani in lingua inglese, il “The Times of Israel” ha pubblicato un articolo intitolato “L’italiana Meloni si descrive come una forte sostenitrice di Israele, rifiuta il passato fascista”.

Nell’articolo, si legge: “Meloni, che è sulla buona strada per diventare il primo leader di estrema destra del Paese dai tempi di Mussolini nella Seconda guerra mondiale, ha cercato a lungo di prendere le distante dal passato fascista del suo partito e ha detto che sarebbe stata una forte sostenitrice di Israele, vantandosi persino di avere legami con il Likud”. Nel pezzo si ricorda che in passato Israele “ha cercato di boicottare i partiti europei di estrema destra” e viene tracciato il percorso di Fratelli d’Italia.

“Times of Israel” riporta anche una dichiarazione di Meloni, risalente al 2018, considerata controversa: “Se in Siria se è ancora possibile fare i presepi, se ancora è possibile difendere la comunità cristiana, è anche grazie a le milizie libanesi di Hezbollah”. Da parte sua, il quotidiano di sinistra “Haaretz” ha pubblicato un articolo di analisi intitolato “Il malessere economico e politico italiano ha spinto il Paese nelle mani dell’estrema destra”, che si concentra sul calo dell’affluenza alle urne. “Ancor più del trionfo di Meloni, il crollo dell’affluenza riflette il malessere politico economico che ha spinto l’Italia nelle braccia dell’estrema destra e del populismo che ha abilmente attirato il voto di protesta con la retorica euroscettica e politiche anti-migranti”.

Cosa ne pensano in Libia

Diversi organi di stampa stampa in Libia hanno accolto con apprensione la vittoria di Meloni. Il nome della leader di Fratelli d’Italia, infatti, è legato alla proposta dell’imposizione di un “blocco navale” all’ex Jamahiriya di Muammar Gheddafi, attraverso una “missione europea”, per frenare i flussi migratori illegali. Il sito web d’informazione “Al Wasat”, uno dei più seguiti nel Paese con 1,9 milioni di follower su Facebook, riprende le dichiarazioni di Meloni sulla proposta di un’apertura di “hotspot” in Africa, gestiti dalla comunità internazionale e in accordo con le autorità locali, per valutare chi ha il diritto ad essere rifugiato con un’equa ripartizione tra i 27 Paesi dell’Unione europea.

La piattaforma mediatica “Fawasel Media”, da parte sua, si chiede se la proposta di Meloni “rappresenti una minaccia o un’opportunità” per la Libia, sottolineando la “grande attenzione” rivolta al dossier migratorio dal leader di Fd’I. Il sito web d’informazione “Libya al Mostakbal”, da parte sua, ha pubblicato un profilo della possibile futura premier italiana ripreso e tradotto da agenzie di stampa internazionali, titolando “L’Italia entra nell’ignoto con la vittoria dell’estrema destra alle elezioni”.

La situazione in Libano

In Libano, la gran parte dei media si concentra sia sulla virata a destra dell’Italia sia sulla protezione del Paese dall’islamizzazione, oltre che sulla posizione di Roma rispetto al conflitto in Ucraina. Il quotidiano di orientamento filo occidentale “An Nahar” ha titolato l’articolo dedicato al voto di domenica “L’Italia nelle mani dell’estrema destra e Meloni si impegna ad aiutare l’Occidente in Ucraina”, mentre il giornale “Al Joumhouria” (filo Kataeb, partito cristiano-maronita) ha scritto: “L’Italia va verso l’ignoto dopo la vittoria dell’estrema destra alle elezioni legislative italiane”, tracciando un profilo di Meloni. Altri quotidiani si sono concentrati sulla protezione dei valori cristiani da parte del primo partito italiano.

Il quotidiano “El Shark”, vicino all’ex primo ministro Saad Hariri, ha titolato l’articolo sul voto “Dopo la vittoria di Meloni, Mussolini, il fascismo e la protezione del Paese dall’islamizzazione in prima linea”, a cui fa eco il pezzo del giornale filo siriano “Ad Diyar”: “Dopo la vittoria della Meloni alle legislative italiane, la protezione del Paese dall’islamizzazione in prima linea sui social”. Inoltre, il quotidiano filo sunnita “Al Liwaa” si domanda: “Il fascismo tornerebbe in Italia con la Meloni?”. Infine, il quotidiano d’opposizione “Nidaa al Watan” ha titolato: “L’Italia apre una nuova pagina”, indicando che gli italiani, attraverso le urne, hanno aperto una nuova pagina politica nel loro Paese, volgendosi a destra e aprendo la strada a una donna conservatrice di destra che potrebbe diventare la prima donna premier nella storia dell’Italia.

L’Egitto è attendista

L’Egitto si interroga con un misto di timore e curiosità sulla figura di Meloni. “Sembra una donna potente e capace”, ha detto a “Ten Channel” Nashat al Deehy, membro del Consiglio supremo per la regolamentazione dei media in Egitto. “Penso che la vittoria dell’estrema destra significhi il ritorno dell’Italia come Stato nazionale che può resistere all’assimilazione in Europa e respingere l’egemonia europea in Italia. Meloni dirà agli europei che la festa è finita”, ha dichiarato l’ufficiale egiziano. In Egitto, ma in generale nel mondo arabo, Meloni e Fratelli d’Italia sono poco conosciuti, al contrario invece di Silvio Berlusconi, che è un volto noto. Eppure, non sono passate inosservate le posizioni di Fratelli d’Italia e Lega sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano di rapito, torturato e barbaramente ucciso in Egitto all’inizio del 2016.

La leader di Fratelli d’Italia “respinge l’immigrazione clandestina e l’islamizzazione dell’Italia, vuole imporre un blocco nel Mediterraneo: tutto questo avrà un impatto sul Medio Oriente che è ancora da valutare. Penso che durante la campagna elettorale ci siano state dichiarazioni estremiste, ma la realtà politica e la pratica sono significativamente diverse. Questa donna forte, che potrebbe superare anche la figura di Marine Le Pen in Francia, sta spingendo l’elettorato europeo sempre più a destra”, ha aggiunto El Deehy. Secondo il giornalista Alaa Al Ghatrifi, caporedattore di “Ona Press and Media Group”, la vittoria di Meloni “conferma il fallimento delle élite tradizionali che governavano l’Europa, così come il loro fallimento nel gestire le paure e le sfide dei popoli”.

Mohamed Fayez Farhat, direttore del Centro di studi politici e strategici Al Ahram al Cairo, ha detto all’emittente “Extra Channel” che “che l’ascesa dell’estrema destra (in Italia) può portare a rapidi sviluppi in Europa: altri partiti estremisti potrebbero imitare questo modello in altri Paesi”, avvertendo che le vittorie della destra in Europa “sono state un precursore della Seconda guerra mondiale”. Per il generale in congedo Sherif Ismail, ex sottosegretario del Servizio di intelligence generale egiziano, “dopo la Svezia, l’estrema destra ha registrato una nuova vittoria in Europa. Un partito con radici neofasciste avrà l’opportunità di governare l’Italia per la prima volta dal 1945. L’Unione europea è in pericolo? Questo è il risultato delle politiche di Washington in Europa”. Lo scrittore egiziano Shadi Lewis, infine, ha espresso timore per la diaspora egiziana in Italia. “Abbiamo amici, familiari e conoscenti in Italia, arabi, egiziani e copti, hanno davvero paura per il loro futuro”, ha concluso Lewis.

Le reazioni in Algeria

Infine, il risultato ottenuto alle elezioni legislative italiane del 25 settembre dal partito Fratelli d’Italia è stato accolto in apparenza con equilibrio in Algeria, primo fornitore di gas dell’Italia, dove non è stata dimenticata la visita della possibile futura premier italiana ai campi profughi saharawi di Tindouf. Gli ultimi dati derivanti dallo spoglio delle schede elettorali, Fd’I avrebbe ottenuto il 26 per cento dei consensi portando la coalizione di centrodestra al 43,79 per cento. Al momento nessuna reazione ufficiale è pervenuta da parte del governo algerino, che probabilmente attende la pubblicazione dei risultati definitivi prima di esprimersi.

Tuttavia, il quotidiano algerino “El Khabar”, ha titolato nei giorni scorsi “Italia: l’estrema destra al potere”, sottolineando che “le forze di centrodestra sono in grado di ottenere abbastanza voti per formare la maggioranza parlamentare”. Il quotidiano “Echorouk” parla di “terremoto politico in Italia e in tutta Europa”, ma ricorda anche che Meloni “ha trascorso dieci giorni nei campi profughi sahrawi a Tindouf e ha un atteggiamento molto positivo nei confronti della questione del popolo sahrawi, parlando della loro lotta e delle loro condizioni di vita nel suo libro ‘Io sono Giorgia’”, pubblicato nel maggio 2021.

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