Nuovi rincari delle bollette, Cingolani cerca di lavarsi la coscienza
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Politica Gio 29 settembre 2022

Nuovi rincari delle bollette, Cingolani cerca di lavarsi la coscienza

Alla vigilia della nuova stangata sulle bollette, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani torna alla carica sul price cap Nuovi rincari delle bollette, Cingolani cerca di lavarsi la coscienza ROBERTO CINGOLANI MINISTRO TRANSIZIONE ECOLOGICA
Redazione Verità&Affari
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Cingolani sul price cap

Alla vigilia della nuova stangata sulle bollette, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani torna alla carica in una intervista alla “Stampa” sul price cap incalzando la Commissione Ue che giusto domani è finalmente chiamata ad formalizzare le sue proposte contro il caro-energia. E a chi lamenta che il governo doveva fare di più per calmierare i prezzi risponde che “si può sempre fare di più, ma che nell’ultimo anno il governo ha fatto tanto, stanziando oltre 60 miliardi di euro”. Quanto all’attacco a Nord Stream spiega che il gasdotto russo-tedesco “per noi ha un ruolo marginale, perché da lì ci arriva molto poco”.

L’incidente del mare del Nord ha fatto impennare di nuovo i prezzi. È una emergenza infinita, questa. “Il problema è che il Ttf, il mercato del gas di Amsterdam, oggettivamente non funziona: ha una volatilità tale che basta una dichiarazione per far ballare i prezzi. Negli ultimi tempi le quotazioni erano scese molto grazie alla pressione sull’introduzione di un tetto ai prezzi ed ora dopo le esplosioni sono risaliti in maniera vertiginosa. Adesso speriamo solo che si chiariscano le cause”. Evento inquietante, c’è l’ipotesi di un sabotaggio. “Inquietante certo. Ora ci sono delle indagini ed è difficile fare delle supposizioni. Però bisogna certamente chiedersi a chi giova. Se ho ben capito la Russia propone di fare un’ispezione congiunta e questo mi sembra un segnale interessante. Speriamo si possa fare”.

Secondo i tedeschi il Nord Stream 1 rischia di essere inutilizzabile per sempre. “Ora lì ci sono problemi enormi. Innanzitutto perché la zona non è navigabile. C’è poi un rischio esplosione e non è possibile molto facilmente fare delle ispezioni. Bisogna aspettare che si svuoti il tubo, ma si tratta di questioni tecniche molto complesse. È una situazione molto complessa ed un danno enorme”. Prezzi a parte, intanto, è stato raggiunto in anticipo il 90 per cento del riempimento degli stoccaggi. Risultato importante.

“Dobbiamo ringraziare tutti gli operatori, in particolare Snam che ha fatto un lavoro eccellente, e poi il Gestore dei servizi energetici, l’Autorità per l’energia e l’Eni, che ha messo molte riserve a disposizione. È stato un lavoro di squadra che ha funzionato. Adesso questo piccolo vantaggio temporale ci consente di stoccare altro gas: arrivare al 92/93 per cento è cruciale perché ci assicura la flessibilità necessaria per affrontare con più tranquillità il prossimo inverno i giorni in cui dovessero manifestarsi picchi particolari di consumi”, dice il ministro uscente.

Domani la Commissione europea presenterà le sue proposte per calmierare i prezzi. L’Italia assieme ad altri 14 paesi è tornata alla carica sul price cap: “La lettera che abbiamo scritto rappresenta un macigno, anche perché è firmata da molti paesi tra cui alcuni molto grandi come Francia, Spagna e Polonia. Devo dire la verità: se una istanza di questo livello fosse ignorata bisognerebbe farsi qualche domanda”, ha concluso Cingolani.

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