C'è un segreto fra la Meloni e Salvini ma non è quello che raccontano tutti
Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono scambiati segreti non confessabili in pubblico durante la manifestazione di chiusura del centrodestraIl colloquio che non doveva essere visto
Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono scambiati segreti non confessabili in pubblico durante la manifestazione di chiusura della campagna elettorale del centrodestra in piazza del Popolo a Roma. I due si sono messi da parte mentre sul palco stava parlando Maurizio Lupi di Noi Moderati e pensavano di essere lontani dagli obiettivi di fotografi e cineoperatori. Ma non da un superzoom.
Hanno parlato a lungo Meloni e Salvini sulla scala che portava sul palco della manifestazione, e quando hanno avuto il sospetto di essere stati pizzicati dalle telecamere si sono messi la mano davanti alla bocca per non fare scorgere il labiale del loro discorso.
Giorgia di spalle
Cose importanti dunque, se erano così inconfessabili. Gli sguardi a lungo sembravano corrucciati e Salvini provava a tranquillizzare la Meloni. Non si è trattata però di una lite fra i due come spesso ha raccontato la stampa in queste settimane di campagna elettorale. La chiacchierata era importante, e a un certo punto la Meloni ha perfino preferito mettersi di spalle per non essere visibile dai fotografi.
Una risata liberatoria
Alla fine però entrambi in più occasioni sono esplosi in una risata liberatoria, a dimostrazione che i contrasti- che ci furono all’epoca dell’elezione del presidente della Repubblica- sono acqua passata. Meloni e Salvini al di là dei caratteri hanno moltio punti in comune e da anni sono abituati a marciare allineati, con qualche fuitina non di poco conto del leader della Lega. Ma alla fine i punti comuni sono più di quelli divisivi. E il feeling personale non manca.
Silvio fa arrabbiare Giorgia
Non si può dire la stessa cosa invece nei rapporti fra la Meloni e Silvio Berlusconi. Feeling in questo caso davvero scarso, sia per la notevole differenza di età sia per i punti in comune che sono assai meno. Berlusconi però ha messo benzina sul fuoco il giorno dei comizi di chiusura. Era stato lui a chiedere che la manifestazione a piazza del Popolo si tenesse alle 17,30 con un orario complicato per chi di giovedì era al lavoro. Poi però è stato l’ultimo ad arrivare lì, costringendo a iniziare tutto alle 18,40 con più di un’ora di ritardo. E la Meloni non ha apprezzato…