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PoliticaPrimo piano Lun 02 gennaio 2023

Berlusconi ci riprova: «Sì a un grande partito conservatore»

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, parla di un suo "vecchio sogno, fin dal 1994". Un grande partito conservatore. Berlusconi ci riprova: «Sì a un grande partito conservatore»
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Berlusconi e il partito conservatore

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in una intervista a Libero Quotidiano parla di un suo “vecchio sogno, fin dal 1994”. Un grande partito conservatore, che sarebbe “un passo importante verso il compimento della democrazia bipolare in Italia. Un partito di questo tipo dovrebbe essere qualcosa di simile al Partito Repubblicano negli Stati Uniti, quello di Lincoln e di Eisenhower, di Reagan e di Bush. Dovrebbe essere un partito plurale, al cui interno le idee liberali, cristiane e garantiste, che noi rappresentiamo, dovrebbero avere un ruolo fondamentale”.

Quanto a Giorgia Meloni, “ha la responsabilità di guidare il governo e lo fa, comprensibilmente, usando il metodo di lavoro al quale è abituata. Quello che è importante è che non manchi la collegialità nelle decisioni”. Salvini ha perso la maggior parte dei voti guadagnati al Sud, dove invece Forza Italia tiene: “Nella storia nessun processo è irreversibile. Premesso questo, certamente la Lega ha maggiore consuetudine e un più radicato insediamento nel Nord, mentre Forza Italia è storicamente un grande partito nazionale, con radici profonde anche nel Mezzogiorno. Del resto, proprio i governi da me guidati sono quelli che più hanno investito risorse per il Sud nella storia della Repubblica”.

In merito invece alla crisi drammatica del Pd, “il Partito Democratico è nato mettendo insieme storie politiche diverse, tutte tendenzialmente illiberali, da quella comunista alla sinistra cattolica, unite soprattutto dalla volontà di gestire il potere sempre e comunque. Dal 2011 allo scorso anno il Pd ha governato praticamente sempre, pur non avendo mai vinto le elezioni e questo dimostra una notevole abilità nelle tattiche parlamentari e un forte rapporto con gli apparati pubblici, ma anche una crescente distanza dal suo stesso elettorato”.

“Questa involuzione, che rischia di lasciare ai Cinque Stelle la leadership dell’opposizione”, secondo l’ex premier “non è un bene per l’Italia, ma difficilmente le cose cambieranno”. Berlusconi non ha mai nascosto di non apprezzare i grillini: il fatto che non siano scomparsi malgrado le drammatiche prove di governo è dovuto unicamente “al fatto che sanno interpretare con una certa abilità il disagio di alcune aree del Paese e l’incapacità della politica di dare delle risposte. A questo si aggiunge il vuoto a sinistra determinato dall’esaurimento del Partito Democratico, che lascia ampi spazi nei quali il Presidente Conte si è infilato con indubbia abilità”.

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