Il suocero di Conte beffa il figliastro per non dividere il Plaza
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Politica Gio 04 agosto 2022

Il suocero di Conte beffa il figliastro, holding sciolta per non dividere il Plaza

La guerra in casa di Giuseppe Conte rischia di incarognirsi ulteriormente. Deliberato lo scioglimento della holding del suo gruppo immobiliare Il suocero di Conte beffa il figliastro, holding sciolta per non dividere il Plaza
Franco Bechis
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Franco Bechis

Famiglia Conte

La guerra dei Roses in casa di Giuseppe Conte rischia di incarognirsi ulteriormente. Il 2 agosto scorso infatti il padre della fidanzata del leader M5s, Cesare Paladino, ha fatto deliberare dalla holding del suo gruppo immobiliare (la Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio srl) lo scioglimento anticipato della società ponendola in liquidazione volontaria e la nomina di se stesso come liquidatore. La scelta improvvisa è stata la risposta del resto della famiglia al lodo parziale vinto in collegio arbitrale dal figliastro di Cesare, nonché fratellastro di Olivia (fidanzata di Conte) e Cristiana, con cui si stabiliva il suo diritto di recesso dalla capogruppo per poi passare in seconda fase alla nomina di una commissione di periti per stabilire il quantum del divorzio.

A vincere quel lodo è stato il figlio di primo letto della moglie di Paladino (l’attrice Ewa Aulin), John Rolf Shawn Shadow, cresciuto in casa di Cesare dall’età di 5 anni, ma desideroso di sciogliere ora ogni rapporto con la famiglia chiedendo di liquidargli il dovuto secondo equità. Pur cresciuto in casa tanti anni, John è sempre stato trattato da figliastro rispetto alle figlie naturali di Cesare, nate quando lui faceva già parte della famiglia. Così anche la holding del gruppo è stata divisa in tre seguendo questo principio di figlie e figliastro: ad Olivia e Cristiana il 47,5% della società, a John il 5%.

Il gruppo non ha navigato in buone acque negli ultimi anni, un po’ per vecchi debiti che si facevano stringenti e per i mancati pagamenti al Fisco che hanno causato anche un pesante provvedimento giudiziario, un po’ perché non dotato di linea manageriale all’altezza. Ma ha chiuso un piano concordato con i brandi creditori bancari e si è rimesso in navigazione più tranquilla utilizzando tutto quello che si poteva dei decreti e dpcm a firma del genero Conte. Grazie a quelli ha mantenuto figlie e figliastro a spese della cassa integrazione in deroga pagata dallo Stato. Grazie a quelli ha tamponato guai con ristori e rivalutazioni dei beni aziendali. Grazie a quelli, con un colpo di spugna, Cesare ha visto cancellata la sua condanna penale dovuta al mancato (per anni) versamento al comune di Roma della tassa di soggiorno che lui riscuoteva in albergo.

La rivalutazione della società

Negli ultimi mesi Paladino senior ha scelto con la società che ne possiede le mura di rivalutare per 240 milioni di euro a costo zero (sempre grazie a un provvedimento di Conte che Mario Draghi non ha cancellato) il valore dell’Hotel Plaza di Roma, un cinque stelle nella centralissima via del Corso, dove lui stesso abita all’ultimo piano pagando un affitto irrisorio (12 mila euro l’anno). Ma soprattutto si sono fatte insistenti anche le indiscrezioni (la prima è venuta da Dagospia) su un’offerta consistente da parte di un gruppo internazionale per rilevare il Plaza consentendo un bel guadagno a chi ne è proprietario.

Ed è proprio quel miele in arrivo che Paladino senior non ha alcuna intenzione di dividere con il figliastro, di cui non si aspettava il recesso. Lo scioglimento della capogruppo ha quel solo scopo, anche se non è particolarmente elegante (la mossa è simile a quella dei ragazzini che si portano via il pallone quando vedono che la squadra sta perdendo la partita) e soprattutto si presta a un lungo contenzioso legale. John Shadow, infatti, non è stato avvisato nemmeno come socio di minoranza della convocazione dell’assemblea che scioglieva la società e il motivo – verbalizzato – è proprio quello del suo esercitato diritto di recesso contro cui a questo punto è praticamente impossibile ricorrere.

Il vero motivo dello scioglimento

Ma è in un’altra lettera di durezza inusitata che traspare il vero motivo di quello scioglimento. È indirizzata alle 17,15 del 2 agosto ai membri del collegio arbitrale che deve dirimere la contesta fra Paladino senior e il figliastro dall’avvocato maestro di Conte, il professore Guido Alpa. Che comunica ai giudici che essendo sciolta la società il recesso di John Shadow diventa inefficace. E aggiunge: «Vi invitiamo pertanto – e per ragioni di difesa delle parti da noi rappresentate ci corre l’obbligo di diffidarvi in tale senso – a desistere dal compimento di ulteriori atti inutilmente gravatori delle ragioni dei nostri assistiti e, così, innanzitutto dall’esperimento della contestata C.T.U., con avvertimento che in difetto i nostri assistiti si riservano di tutelare le proprie ragioni in tutte le sedi, nessuna esclusa».

Quindi il figliastro, per forza di cose anche con la liquidazione della capogruppo, avrà rimborsata la sua parte di capitale. Ma il valore della partecipazione (che appunto sconta anche la proprietà e la gestione del Plaza) invece che essere stabilito da terzi nel lodo previsto, sarà deciso dallo stesso Paladino. Un atto di guerra familiare vera e propria, a cui non mancheranno le risposte immediate da parte dei legali di John Shadow, Angelo di Silvio e Luigi Todaro, secondo cui, a norma del 2437 del codice civile, la risposta del suocero di Conte sarebbe stata gravemente tardiva rispetto alla comunicazione ufficiale del recesso e quindi nulla.

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