Governo, spunta la quota Fascina, l’amico della fidanzata del Cav
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In evidenzaPolitica Mar 01 novembre 2022

Tra le nomine spunta la «quota Fascina», l’amico della fidanzata del Cav

Di lui non esistevano immagini. Fino al 27 settembre scorso, quando ebbro di felicità ha aperto un account Instagram, Tullio Ferrante. Tra le nomine spunta la «quota Fascina», l’amico della fidanzata del Cav
Fosca Bincher
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Fosca Bincher

L’amico d’infanzia di Marta Fascina diventa sottosegretario

Di lui non esistevano immagini. Fino al 27 settembre scorso, quando ebbro di felicità ha aperto un account Instagram. Sguardo perso nel vuoto, ma nelle sue intenzioni probabilmente alla ricerca dell’infinito, Tullio Ferrante ha annunciato al mondo social: «Sono stato eletto Deputato della Repubblica Italiana nel collegio plurinominale Campania 2.2 (Salerno/Avellino). Dedico questa vittoria alla mia famiglia che, anche in questa intensa ed entusiasmante campagna elettorale, non ha mai smesso di sostenermi e di credere in me. Sono pronto a servire le istituzioni con disciplina, onore e con la consueta passione politica».

Ecco, «consueta» è una parola forte, perché del neo deputato di Forza Italia non c’erano molte notizie prima di quel giorno. Classe 1989, nato a San Giorgio Cremano in provincia di Napoli, cresciuto a Napoli e poi laureatosi in giurisprudenza alla Luiss a Roma, Ferrante ha svelato – ma solo il giorno dopo le ultime elezioni politiche – di avere preso la tessera di Forza Italia addirittura nel 2004, all’età di 15 anni. Dal nulla è finito a Montecitorio. Da Montecitorio nel giro di qualche settimana è stato catapultato al governo. Da ieri infatti è l’unico sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, alle dipendenze del ministro Matteo Salvini.

La carriera di Ferrante

Difficile ricordare un’altra carriera così rapida. Ha del miracoloso, e in effetti per chiedere miracoli bisogna avere santi in Paradiso. Ferrante ne ha una. Un account anonimo e malizioso sotto la sua prima foto Instagram ha commentato così: «Dedicala a Marta Fascina». Voleva essere pungente e allusivo, ma per Ferrante non era affatto una maldicenza. Anzi. Il primo giorno in parlamento ha pubblicato subito un selfie a fianco della Fascina, la fidanzata di Silvio Berlusconi: «Da venti anni su questi schermi. Insieme, sempre».

Beata ingenuità rivendicare la sua santa in Paradiso. Ma lui lo fa convinto. Spiega che sua mamma e mamma Fascina erano compagne di classe e amiche del cuore, e che i due rampolli (Marta ha in realtà un anno meno di lui) sono cresciuti insieme fin da bambini, insieme sono andati a scuola a Napoli, insieme sono emigrati a Roma per fare l’università sia pure in due atenei diversi. Ancora adolescenti – ha raccontato lui – «io e la mia cara amica Marta organizzavamo corse di autobus per partecipare insieme, accompagnati dai nostri genitori, alle manifestazioni del partito, con l’irrefrenabile entusiasmo di vedere ed ascoltare da vicino il nostro Presidente». Ovvio che uno così, che organizza a 15 anni «corse di autobus» per andare a vedere Berlusconi non potevi che nominarlo al ministero dei Trasporti. Un esempio lampante di quel che ha spiegato Giorgia Meloni, sostenendo di avere privilegiato la competenza e l’esperienza in queste nomine.

La quota Fascina

Il giovane Ferrante ci crede e ci mette proprio tutto il cuore. Non stava più nella pelle già il primo giorno di scuola a Montecitorio, con tutta la famiglia che era venuta lì, nelle tribune per il pubblico ad assistere alla impresa del figliolo, e lui che li fotografava felice del loro orgoglio. Ha postato subito la pagina del sito web della Camera con la sua prima scarna scheda da deputato (il cv politico ovviamente era vuoto), e perfino la pagina wikipedia aperta chissà da chi con il suo nome e tre righe di biografia tutta ancora da scrivere. Chi avrebbe immaginato che in men che non si dica quel curriculum così acerbo maturasse all’improvviso già annoverando un incarico di governo?

A lui forse nemmeno dispiacerà, ma la sua casella nell’esecutivo nel classico manuale Cencelli passerà alla storia come la “quota Fascina” nel primo governo Meloni. Dopo avere sbarrato la strada alla “quota Ronzulli” la coriacea leader di Fratelli di Italia divenuta premier non ha cercato il bis fingendosi sorda alle richieste della fidanzata del Cavaliere. Meloni qui si è arresa, causando un bel pasticcio con quel coriaceo no e inatteso sì pronunciati al cerchio magico di Berlusconi. Se proteste ci saranno, il premier ha una via di uscita: dire che conosceva direttamente il Ferrante dei miracoli. Il giovin Ferrante (21 anni) ottenne infatti uno stage nel 2010 al ministero della Gioventù. E ministro era proprio Giorgia Meloni…

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