Nuova stretta sul reddito di cittadinanza: sarà tolto a chi rifiuta la prima offerta di lavoro, anche se non è "congrua"
Approvato un emendamento di Noi con l'Italia: per i percettori del sussidio l'offerta di un impiego non dovrà più essere "congrua". MAURIZIO LUPI (NOI CON L'ITALIA)La nuova stretta sul reddito di cittadinanza
Nuova stretta sul reddito di cittadinanza. La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento firmato da Maurizio Lupi (Noi Moderati) con il quale si elimina la parola “congrua” nel testo della norma che prevede che i percettori del sussidio perdano l’assegno quando rifiutano la prima offerta di lavoro.
Con le nuove regole, insomma, il diritto al reddito di cittadinanza decadrà quando si rifiuta una qualsiasi offerta di lavoro. E non, come era finora, quando si rifiuta una offerta di lavoro “congrua”.
Cosa si intendeva per “congrua”
Era considerata “congrua” un’offerta di lavoro che considerasse le esperienze formative e professionali maturate dal percettore del reddito di cittadinanza, ma anche la distanza tra il luogo di lavoro e il domicilio della persona disoccupata: distanza che non doveva essere superiore agli 80 chilometri e doveva essere percorribile con i mezzi pubblici in 100 minuti.
Da ora in poi quindi chi prende il reddito di cittadinanza sarà tenuto ad accettare un’offerta di lavoro localizzata in qualsiasi parte del territorio nazionale.
La reazione del M5S
Dura la reazione del leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte: “Dire che i più indigenti devono accettare qualsiasi proposta significa distruggere l’ascensore sociale, e questo riguarda tutti. Siamo alla follia pura, hanno fatto saltare il concetto di congruità che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”.