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LavoroPrimo piano Mer 07 dicembre 2022

Denunce sul lavoro, il governo rafforza le tutele per chi segnala gli illeciti

In cdm il decreto che recepisce la norma Ue sul whistleblowing negli ambienti di lavoro. Protetti i dipendenti, ma anche i collaboratori. Denunce sul lavoro, il governo rafforza le tutele per chi segnala gli illeciti Palazzo Chigi
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Lavoro, ecco la normativa europea sul whistleblowing

Cambia la norma che protegge i lavoratori che segnalano illeciti rilevati sul luogo di impiego. Secondo indiscrezioni, il nuovo schema legislativo, che sarà in Cdm venerdì 9 dicembre, amplia la platea dei potenziali beneficiari delle protezioni, espandendo le tutele anche ai privati. Toccherà all’Anac sanzionare le eventuali ritorsioni contro il lavoratore che denuncia gli illeciti e che dovrà essere difeso non solo in caso di licenziamento, ma anche da tutta una serie di discriminazioni o danni alla reputazione. Persino via social. Il tutto attraverso un sistema di multe che possono arrivare fino a 50mila euro.

Si allarga il campo delle ritorsioni sul luogo di lavoro sanzionabili

La direttiva europea deve essere recepita entro il 10 dicembre. Nella bozza di decreto legislativo, sono indicate le categorie che saranno coperte dall’ombrello di protezione della legge. Non ci saranno solo dipendenti, ma anche collaboratori, consulenti, volontari o tirocinanti, oltre che colleghi di lavoro della persona che ha segnalato l’illecito o che lavorano nel medesimo contesto lavorativo e che hanno con la persona un rapporto abituale.

Tra le ritorsioni sanzionabili il testo prevede diverse fattispecie che vanno dal cambiamento del luogo o dell’orario di lavoro alla sospensione della formazione fino alle note di merito negative, alle referenze negative, alla coercizione, all’intimidazione.

Sono incluse inoltre anche le molestie o l’ostracismo, la discriminazione o comunque il trattamento sfavorevole e ancora i danni, anche alla reputazione della persona, in particolare sui social media, l’annullamento di una licenza o di un permesso, la richiesta di sottoposizione ad accertamenti psichiatrici o medici. Infine, la bozza prevede anche che venga sanzionato l’eventuale inserimento in elenchi impropri sulla base di un accordo settoriale o industriale formale o informale, che può comportare l’impossibilità per la persona di trovare un’occupazione nel settore o nell’industria in futuro.

Il ruolo chiave dell’Anac

Il testo prevede infine un rafforzamento dell’Anac con un ampliamento dell’organico. “Al fine di avviare un’azione di rafforzamento delle strutture coinvolte e di assicurare un presidio costante delle procedure e delle attività delineate dal presente decreto; la dotazione organica dell’Anac è integrata di ventidue unità di personale” come si legge nel documento che sarà sottoposto al vaglio del governo.

Per il sindacato è un testo dai “contenuti innovativi”

“Valutiamo positivamente il recepimento da parte del governo della direttiva europea sul whistleblowing , per i contenuti innovativi, l’estensione al lavoro privato e l’inasprimento delle sanzioni contro le ritorsione del datore di lavoro – spiega Marco Carlomagno, segretario generale della FLP, Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche -. Si tratta di un istituto importante per contestare la corruzione e contribuire a rendere le amministrazioni più trasparenti e al servizio dei cittadini. Si tratta ora di accompagnare tali misure con l’adozione delle ulteriori iniziative in materia di semplificazione, digitalizzazione dei processi e dell’organizzazione del lavoro, che in gran parte ancora latitano, necessario complemento e rafforzamento per una vera modernizzazione e piena efficienza dei servizi resi”

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