ChatGpt, in arrivo paletti Ue all'intelligenza artificiale - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Primo pianoTech Sab 04 febbraio 2023

ChatGpt, paletti Ue sull'intelligenza artificiale

Il commissario Ue Thierry Breton: le nuove norme sull'intelligenza artificiale risponderanno ai timori sui rischi di ChatGpt ChatGpt, paletti Ue sull'intelligenza artificiale Intelligenza artificiale
Maddalena Camera
di 
Maddalena Camera

I rischi dell’uso dell’intelligenza artificiale

Grandi opportunità ma anche incognite. Così l’Ue, per non farsi trovare impreparata, come accaduto con il boom dei social network, sta mettendo le mani avanti per quanto riguarda l’uso intensivo in rete dell’Ai, ossia dell’intelligenza artificiale. Un fenomeno esploso con la release da parte di Open Ai di ChatGpt, il chatbot intelligente che tutti possono usare e interrogare e che ha già totalizzato, in soli due mesi dal lancio, 100 milioni di utenti. Per questo il commissario Ue per il mercato interno Thierry Breton ha affermato che le nuove norme sull’intelligenza artificiale punteranno a rispondere ai timori sui rischi di ChatGpt e a garantire che i cittadini europei possano fidarsi dell’intelligenza artificiale.

Versione a pagamento

Il chatbot, gratuito ma di cui esiste, per ora solo negli Usa, anche un versione a pagamento a 20 dollari al mese, software in grado di generare articoli, saggi, battute e persino poesie su richiesta, è diventata l’applicazione per consumatori che ha visto la crescita più rapida nella storia. Secondo Breton, i rischi posti da ChatGpt sottolineano l’urgente necessità di elaborare delle norme sull’intelligenza artificiale. Il commissario Ue aveva già proposto questa istanza  lo scorso anno nel tentativo di stabilire uno standard globale per l’Ai, una tecnologia che vede Cina e Stati Uniti in testa e che è ormai utilizzata ovunque: dagli  smartphone alle auto a guida autonoma e anche nei processi produttivi.

“Come dimostrato da ChatGpt – ha detto Breton- le soluzioni di AI possono offrire grandi opportunità per le imprese e i cittadini, ma possono anche comportare dei rischi. Per questo motivo abbiamo bisogno di un quadro normativo solido per garantire un’AI affidabile basata su dati di alta qualità”. Nell’attesa del miracolo, dato che è difficile regolamentare un software in continuo divenire che oltretutto apprende dalle esperienze degli utenti registrati sempre più numerosi, Open Ai ha ricevuto da Microsoft una iniezione di liquidità da 10 miliardi di euro che vuole inserire l’intelligenza artificiale nei suoi prodotti business e consumer. 

La versione di Altman

Quanto al futuro in una recentissima intervista a Forbes l’ad fondatore e inventore di Open Ai, Sam Altman, giovane, bello e intelligentissimo ha dichiarato di non essere interessato a trasformare la sua creatura ChatGpt, in un motore di ricerca tipo Google ma di voler andare “ben oltre”.  “La cosa di cui sono entusiasta per questi modelli- ha detto Altman- non è come si sostituisce l’esperienza di andare sul web e digitare una query di ricerca ma come farlo in modo diverso e molto più figo.'” ChatGpt al momento è già in grado di aiutare a eseguire il debug di codice complesso. Inoltre funziona anche da motore di ricerca super intelligente confezionando, per le domande poste la risposta migliore, elaborando i  grandi volumi di dati raccolti da Internet.

ChatGpt al posto di Google?

ChatGpt può dunque sostituire Google?  Facendo grandi investimenti  in data server la risposta è affermativa ma il successo vero può avvenire, e Sam Altman lo sa bene, solo se si riesce a fare qualcosa di diverso e più innovativo. Anche perché Google, che utilizza già ampiamente l’intelligenza artificiale nella ricerca, ha dichiarato di essere pronta al lancio del proprio chatbot AI nelle prossime settimane.

Nell’intervista con Forbes, Altman ha però anche sollevato preoccupazioni su alcuni degli aspetti più pericolosi insiti nell’uso estensivo e permesso a tutti di strumenti di intelligenza artificiale. “Guardo con grande preoccupazione la generazione di revenge porn (ossia la diffusione di materiale intimo senza il consenso della persona ritratta ndr) che sta accadendo con i generatori di immagini open source  che si basano su Ai- ha detto Altman- Penso che stia causando danni enormi”.

Condividi articolo