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DigitalePrimo piano Mar 24 gennaio 2023

Cloud, il governo punta al modello federato con le inhouse

Il sottosegretario Alessio Butti si esprime a favore del modello federato con un ruolo chiave anche per le società inhouse Cloud, il governo punta al modello federato con le inhouse Il sottosegretario Alessio Butti

Il governo delinea la sua strategia su cloud e rete in fibra

Per la nuvola e, lo stoccaggio e la gestione dati, il sottosegretario con delega all’innovazione, Alessio Butti, prospetta un modello federato. L’ipotesi di lavoro prevede che il Piano strategico nazionale (Psn) vada avanti con Tim, Leonardo, Sogei e Cdp. Contemporaneamente sancisce che anche le inhouse che abbiano le competenze possano svolgere un ruolo analogo. A patto che tutti siano identificati come soggetti qualificati secondo le nuove indicazioni dell’Autorità per la cybersecurity (Acn).

Per il Polo Strategico Nazionale ci sarà discontinuità, coinvolgeremo le migliori in-house pubbliche regionali, le pmi e le Università” ha spiegato Butti nel corso di un convegno organizzato alla biblioteca del Senato da Assinter, l’associazione che riunisce le società tecnologiche inhouse. Quelle cioè che nel peggior momento della pandemia hanno in buona parte gestito i dati sanitari e consentito la programmazione delle vaccinazioni agli italiani.

L’esecutivo vuole un modello federato

Si cambia registro quindi rispetto allo schema immaginato dall’ex numero uno del ministero dell’innovazione tecnologica, Vittorio Colao, che avrebbe voluto la migrazione dei dati critici e strategici principalmente sul Psn, togliendo una fetta di mercato alle partecipate pubbliche, principalmente regionali, che detengono già le informazioni relative ai cittadini. Nei propositi del governo si andrà verso un modello federato con le migliori inhouse regionali, scelte dal Dipartimento per la trasformazione digitale insieme all’Acn.

Piuttosto che escludere le inhouse, “dobbiamo mettere insieme le società italiane specializzate in cloud e le università, perché se sono lo facciamo ora, a breve perderemo la capacità di essere competitivi come Paese nel settore tecnologico” ha aggiunto. La posta in gioco è del resto alta perché, oltre alla perdita di competitività su un settore strategico, l’Italia rischia anche di affidare tutti i suoi dati a società statunitensi che devono rispondere al Cloud Act. E cioè la normativa americana che prevede di fornire qualsiasi tipo di informazione su richiesta del governo degli Stati Uniti. Un nodo che l’esecutivo dovrà affrontare visto che c’è un forte interesse per il mercato italiano da parte di Google (in partnership con Tim), Oracle e Microsoft.

Assinter è pronta a collaborare con il Psn

“Non siamo in un’ottica di contrapposizione con il Psn” ha spiegato Diego Antonini, presidente di Assinter. “Vogliamo avviare una collaborazione proficua in cui ci sia un reale e reciproco scambio di dati con il governo centrale per erogare servizi sempre più efficiente ai cittadini” ha aggiunto il numero uno di Assinter. Il percorso insomma è solo all’inizio.

Fin qui sul cloud, sul tavolo però c’è anche la questione banda ultralarga

Su questo tema, in audizione, in Commissione trasporti alla camera dei deputati, Butti ha poi espresso dubbi sulla convenienza dell’accordo fra Open Fiber e Tim sulle aree bianche. Per il sottosegretario all’innovazione tecnologica, l’intesa non ha raggiunto i suoi obiettivi. “Vi sono quindi “elementi a sufficienza, per quanto di competenza, per porsi qualche domanda sulla convenienza di tale accordo (…) – ha dichiarato Butti – Perchè Open Fiber si è obbligata a comprare 10.000 km di infrastrutture di posa quando Tim è obbligata a venderne anche solo 1 metro, quando richiesto, e ad un prezzo regolato? Il fatto di garantirne l’acquisto di 10.000 km non prevede nessuna scontistica per Open Fiber, ma mette invece al sicuro il bilancio di Tim/Fibercop con una partita che può valere da 50 ad 80 milioni”.

Quanto poi alla questione della penuria di manodopera, Butti ha chiarito che il governo sta affrontando il problema in due modi. Da un lato, lo sta facendo inserendo in tutti i bandi pubblicati finora (e in quelli che verranno preparati a breve) incentivi che premiano gli operatori Telco che investono in risorse umane. Dall’altro, sta sostenendo la formazione per addestrare manodopera specializzata, in particolare per i progettisti di rete, giuntisti, collaudatori e addetti ad attività di posa di cavi in fibra ottica su infrastruttura aerea sotterranea”.

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