Gas, Gazprom ci chiude i rubinetti ma incolpa l'Austria
Dal Tarvisio non passerà più nulla. Almeno per il momento. I rubinetti del gas russo sono chiusi per l’Italia. GAZPROM AZIENDA ENERGETICA RUSSA ADLER TPP CENTRALE TERMOELETTRICAL’Italia non riceve più gas dalla Russia
Dal Tarvisio non passerà più nulla. Almeno per il momento. I rubinetti del gas russo – che in Italia passano per la porta del Friuli Venezia Giulia – sono chiusi per il nostro Paese. Ad annunciarlo Eni sul proprio sito dove si legge: “Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l’Austria”. Il motivo? Secondo Gazprom lo stallo sarebbe dovuto a un cambio normativo a Vienna.
“Colpa” dell’Austria
Un portavoce dell’Eni, interpellato dopo la notizia della chiusura, ha spiegato: “Ci risulta che l’Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia”. Allora perché il gas non arriva? Gazprom ha dovuto spiegare che il motivo dell’interruzione non dipende da loro ma dall’Austria: questa, infatti, si rifiuta di confermare le nomine di trasporto.
Gli altri fornitori
In realtà questa notizia non è così eclatante come può sembrare. L’offerta di gas russo riservata all’Italia è solamente il 10% di quella complessiva. Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali giungo già dall’Algeria, con picchi giornalieri di volumi per oltre 80 milioni di metri cubi. Dal Paese del Nord Africa, in effetti, arriveranno progressivamente 6 miliardi di metri cubi addizionali da qui al prossimo anno, che raggiungeranno i 9 miliardi tra il 2023 e il 2024, raddoppiando l’import di Eni dall’Algeria da 9 a 18 miliardi di metri cubi all’anno a regime nel 2024. Questo inverno l’Italia potrà poi contare su circa 4 miliardi di metri cubi addizionali dal nord Europa e sulle prime forniture addizionali di GNL in particolare dall’Egitto.