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EnergiaPrimo piano Mer 30 novembre 2022

Il paradosso: in Europa acquisti record di gas liquefatto russo

L'Ue quest'anno ha aumentato l’import di gas naturale liquefatto (gnl) russo del 40%, spendendo la cifra record di 12,5 miliardi Il paradosso: in Europa acquisti record di gas liquefatto russo VLADIMIR PUTIN
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La Ue e gli acquisti di gnl russo

Paradossi della guerra economica tra Europa e Russia. L’Unione europea quest’anno ha aumentato l’import di gas naturale liquefatto (gnl) russo del 40%, spendendo la cifra record di 12,5 miliardi di euro, una somma cinque volte più alta rispetto all’anno precedente. 

Il tutto mentre si affannava a ridurre la dipendenza dalle forniture da Mosca, che sono ora il 10% del totale (erano oltre il 40% un anno fa) ma rimangono insostituibili. E sono ora costituite quasi per metà proprio dal gnl. 

Crolla l’import di gas via tubo, quindi, anche in seguito al sabotaggio di Nord Stream, mentre aumenta quello di gas via nave (più costoso). Del quale la Russia è diventata oggi il secondo maggior fornitore europeo, dietro agli Stati Uniti ma superando il Qatar. L’emirato peraltro proprio ieri ha firmato un accordo di fornitura di lungo termine con la Germania: 2 milioni di tonnellate all’anno dal 2026 al 2041.

Nonostante gli sforzi per diversificare le forniture, è difficile per i paesi europei rinunciare del tutto al gas russo. Il governo Draghi aveva stimato che per l’Italia il completo affrancamento sarà possibile solo alla fine del 2024. 

Del resto sul gas dei Mosca non c’è nessun embargo, nonostante qualcuno lo chiedesse (e immediato) addirittura ad aprile, in Italia per esempio il segretario del Pd Enrico Letta. Quello sul petrolio invece entrerà in vigore tra qualche giorno, il 5 dicembre, mentre a febbraio toccherà ai prodotti raffinati.

Anche su questo ultimo punto si è registrato nei giorni scorsi un paradosso. Nelle prime due settimane di novembre infatti l’import europeo dalla Russia è lievitato del 126% rispetto al mese prima. Gli europei stanno correndo a fare il pieno di gasolio, prima che entrino in vigore le sanzioni che loro stessi hanno messo. La previsione è che da febbraio i prezzi si alzeranno. Rinunciando al loro primo fornitore i paesi della Ue dovranno ora contendere ad altri acquirenti i carichi provenienti da Usa, Medio Oriente e India.

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