Il Pnrr si può cambiare: adesso lo chiede pure la Germania - V&A
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EuropaPrimo piano Lun 12 dicembre 2022

Il Pnrr può cambiare, la Commissione dice sì al Lussemburgo. E pure la Germania (in ritardo) chiede modifiche

La Commissione ha accolto la richiesta del Lussemburgo di modificare il proprio Pnrr. Anche Berlino (in ritardo coi lavori) si fa avanti. Il Pnrr può cambiare, la Commissione dice sì al Lussemburgo. E pure la Germania (in ritardo) chiede modifiche Olaf Scholz e Ursula von der Leyen
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Il Pnrr si può cambiare

Infranto un tabù: il Pnrr non è intoccabile. E chiedere di modificarlo, come ha fatto Giorgia Meloni in campagna elettorale, non è leso europeismo come da Pd, terzo polo e M5S si è cercato di far credere.

Il caso del Lussemburgo

Oggi la Commissione europea ha dato infatti il suo via libera alla richiesta avanzata dal Lussemburgo lo scorso 11 novembre, con la quale il Granducato aveva detto di voler eliminare dal suo Pnrr il programma di formazione sulle competenze digitali, destinato ad alcune categorie di lavoratori.

Niente di sensazionale: i lavoratori in questione erano quelli che avevano contratti a orari ridotti, ma gran parte di loro, grazie al rimbalzo dell’economia, sono tornati ad avere un contratto a tempo pieno. Così stando le cose, i piani di formazione sarebbero stati meno richiesti, e pertanto il Lussemburgo ha deciso di cancellarli del tutto. La Commissione si è detta d’accordo e in questo modo il valore del Pnrr lussemburghese è passato 93,4 milioni di euro a 82,7 milioni.

Le richieste della Germania

Ma più importante della richiesta del Lussemburgo è quella della Germania. Anche Berlino ha chiesto di poter modificare il suo Pnrr (da 28 miliardi di euro). Le richieste di modifica sono due, e per una di queste la motivazione è che i lavori sono in ritardo con la tabella di marcia.

La misura in questione riguarda il sostegno agli investimenti nella digitalizzazione delle ferrovie. Uno dei sette progetti coinvolti sconta però un ritardo nella costruzione, ha spiegato la Germania alla Commissione europea. Quindi il governo Scholz chiede di poter posticipare la data prevista per il suo completamento.

L’altra misura riguarda la ricerca e lo sviluppo sui vaccini contro il Covid 19. La Germania in questo caso ha presentato un emendamento per tener conto del fatto che un partecipante su tre nell’ambito del programma ha avuto successo sia nella ricerca che nell’introduzione del vaccino, mentre gli altri due partecipanti non hanno presentato richiesta di approvazione all’Agenzia europea per i medicinali. Determinando così un deflusso di fondi nell’ambito del programma.

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