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ImpresePrimo piano Gio 15 dicembre 2022

Allarme continuo sull'ex Ilva, ma Urso esclude la nazionalizzazione: "Lo Stato non è un bancomat"

"Lo Stato non è un bancomat", così il ministro per il made in Italy, Adolfo Urso, ha escluso la nazionalizzazione del gruppo siderurgico Allarme continuo sull'ex Ilva, ma Urso esclude la nazionalizzazione: "Lo Stato non è un bancomat"
Giuliano Longo
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Giuliano Longo

Tanto debito e scarsa produzione: allarme sull’Ilva

C’è allarme nel governo per la situazione dell’ex Ilva. A dirlo senza mezzi termini è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del question time in Senato rispondendo a una interrogazione di Azione-Italia Viva sul gruppo siderurgico. “La situazione attuale è di forte difficoltà finanziaria e di grave situazione produttiva; l’amministrazione attuale ha un peso debitorio particolarmente significativo, di diverse centinaia di milioni di euro verso diverse imprese fra cui Snam ed Eni”, ha messo in evidenza il ministro, e “nel contempo la produzione dell’acciaio si è progressivamente ridotta, appena 3 milioni di tonnellate nell’anno in corso a fronte di un obiettivo che avrebbe dovuto essere del doppio”.

Dopo aver ricevuto più di 850 milioni dal governo Draghi l’ex Ilva è così nuovamente in crisi. Complice il caro energia ma anche le politiche di sostegno all’economia americana. “La situazione dell’Ilva va inserita in un contesto internazionale difficile per il prezzo dell’acciaio”, ha spiegato il ministro, “ma anche per la sfida lanciata dal nostro alleato americano, messa in campo in poche settimane, sia per il prezzo del gas, che negli Usa è un decimo rispetto al gas europeo, sia per le risorse finanziarie decise dal Congresso che avvantaggiano le imprese statunitensi, anche quelle della siderurgia”.

Il piano Biden di sostegno all’economia

Il riferimento è al piano Biden di sostegno all’economia da 2.000 miliardi di dollari. “Siamo allarmati, dobbiamo fermare il declino inarrestabile”, ha sottolineato Urso, perché “con questi numeri non si può andare avanti, il destino sarebbe segnato”. Ma la soluzione non può essere e non sarà la nazionalizzazione. “Lo Stato non può essere un bancomat, non può dare risorse senza un chiaro piano industriale che arresti il declino e che segni da subito un percorso di rilancio”, è il messaggio che il ministro manda all’indiana ArcelorMittal che, con Invitalia, controlla Acciaierie d’Italia in cui è confluito il colosso siderurgico italiano. “Non la nazionalizzeremo, ma bisogna creare subito un piano industriale”, avverte Urso. Piano che il ministro si offre di “creare” assieme alle “parti in causa”.  

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