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EnergiaPrimo piano Sab 03 dicembre 2022

La Russia avverte: niente petrolio a chi mette il tetto al prezzo

Mosca non accetterà un "price cap" sul suo greggio, dice il portavoce del Cremlino Peskov. L'Occidente ha fissato il tetto a 60 euro. La Russia avverte: niente petrolio a chi mette il tetto al prezzo VLADIMIR PUTIN
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Il Cremlino e il tetto al prezzo

La Russia “non accetterà” un tetto al prezzo del suo petrolio e nelle prossime ore deciderà come rispondere alla decisione presa venerdì da G7, Ue e Australia che hanno fissato una soglia di 60 euro al barile.

“Non accetteremo questo tetto”, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Il price cap è un tentativo, da parte dell’Occidente, di limitare i potenziali effetti collaterali dell’embargo al greggio deciso dalla Ue a partire da lunedì (mentre da febbraio partirà il divieto di importare gasolio russo). L’embargo prevede il divieto alle compagnie occidentali di navigazione, assicurazione e riassicurazione di movimentare carichi di greggio russo in tutto il mondo. Questo però potrebbe ridurre l’offerta (se i russi non troveranno compagnie alternative) e quindi far lievitare i prezzi. E qui interviene appunto il price cap.  Col quale si introduce un’eccezione al divieto di movimentazione per i carichi che verranno venduti sotto la soglia dei 60 euro al barile.

“I prezzi aumenteranno”

E’ tutto da vedere se acquirenti come India o Cina accetteranno di imporre il tetto. La Russia ha precisato che non venderà il petrolio a chi lo farà. Venerdì scorso il greggio russo degli Urali era venduto a un livello di poco sopra la soglia: 67 dollari a barile.

“Con l’economia russa già in contrazione e il suo bilancio sempre più ridotto, il tetto ai prezzi taglierà immediatamente la più importante fonte di reddito del presidente Vladimir Putin”, ha dichiarato il segretario al Tesoro Usa Janet  Yellen. L’ambasciata russa negli Stati Uniti ha replicato definendo “pericolosa” la mossa degli occidentali: “Passi come questi si tradurranno inevitabilmente in un aumento dell’incertezza e nell’imposizione di costi più elevati per i consumatori di materie prime“. Mosca confida comunque di trovare acquirenti disposti a pagare a prezzo di mercato: “Siamo fiduciosi che il petrolio russo continuerà ad essere richiesto”. 

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