Landi Renzo punta sull'idrogeno: "Opportunità per tir sostenibili" V&A
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AutoPrimo piano Sab 04 febbraio 2023

Landi Renzo punta sull'idrogeno per i tir sostenibili

Cristiano Musi, ceo di Landi Renzo: "L'Europa sia tecnologicamente neutra. Idrogeno alternativa concreta all'elettrico a batteria" Landi Renzo punta sull'idrogeno per i tir sostenibili
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Dall’intuizione di trasformare le automobili a benzina a veicoli alimentati a gas naturale in un momento storico di crisi a un’azienda leader mondiale nei settori della mobilità sostenibile e delle infrastrutture per il gas naturale, biometano ed idrogeno . Landi Renzo è un’eccellenza italiana che, esattamente come 60 anni fa, punta forte su soluzioni che possono diventare centrali nell’ambito della transizione energetica . Quella della società, quotata a Piazza Affari, è una lunga storia di “passione e innovazione”. A raccontarla a Verità&Affari è Cristiano Musi, ceo di Landi Renzo dal 2017.

Quali sono le tappe fondamentali che hanno consentito a Landi Renzo di arrivare dov’è ora?

“Dall’idea rivoluzionaria del nostro fondatore l’azienda avvia un percorso di crescita sia organica sia inorganica fino agli anni Duemila. In quel periodo le case automobilistiche di tutto il mondo iniziano a sviluppare linee di veicoli a gpl e gas naturale e si rivolgono a noi, precursori e specialisti del settore. Questo è un trampolino che porta alla quotazione in Borsa del 2007. La crisi economica del 2008 è un altro spartiacque: l’azienda viene colpita ma trova un modo per rilanciarsi iniziando a lavorare sull’allargamento del perimetro”.

In che modo?

“Prima nel 2012 completa l’offerta sviluppandosi anche nel campo delle infrastrutture, con l’acquisizione di Safe, società attiva nel settore dei compressori alternativi per il gas naturale. Pochi anni dopo Safe viene unita con Clean Energy Compression, creando un’unica azienda con una vasta offerta di compressori. Da quelli utilizzati nelle stazioni di rifornimento di gas naturale, ai compressori per impianti di biometano fino alle applicazioni in ambito industriale. In contemporanea decide di sfruttare appieno tutte le sue competenze per entrare nel settore dell’heavy duty, puntando sull’ utilizzo del gas naturale. E poi, a partire dal 2021 Landi Renzo si lancia definitivamente anche nel settore dell’idrogeno, sia in ambito automotive, sia nel campo delle infrastrutture, con due acquisizioni: Metatron e Idromeccanica. Queste operazioni hanno portato la necessità di rifinanziarci e rafforzarci a livello patrimoniale e gestionale. Per questo, nel 2022, abbiamo chiuso un aumento di capitale da 60 milioni di euro che ha portato in società, insieme alla famiglia Landi, un partner importante come Itaca”.

Superato l’aumento di capitale quali sono i progetti di Landi Renzo? Puntate più sulla crescita organica o siete aperti anche a nuove operazioni?

“In questo momento siamo focalizzati sul nostro percorso di sviluppo e sull’esecuzione del piano strategico. A dicembre abbiamo completato la squadra di top management che ci aiuterà a rispettarne le tappe. Se si apriranno delle opportunità le valuteremo, ma abbiamo una gamma di prodotti ampia e di ottimo livello per cui riscontriamo un interesse altissimo dagli operatori. Per ora siamo concentrati nell’eccellere in quello che già facciamo”.

Siete un gruppo che fattura circa il 90% grazie all’export. Quali sono i mercati in cui vedete le migliori potenzialità di crescere ancora?

“In India, dove abbiamo già una presenza molto forte nel settore dell’automotive, stiamo studiando come migliorare il nostro posizionamento lato infrastrutture. Nella mobilità, mentre in Europa si parla di ban dei veicoli a combustione per passenger car e veicoli commerciali leggeri dal 2035, in altre parti del mondo c’è un’attenzione molto alta per il metano e l’idrogeno. Penso ad esempio alla Cina, dove puntano ad arrivare a un milione di veicoli alimentati a idrogeno entro il 2030, o anche agli Stati Uniti, che stanno investendo tanto su biometano e idrogeno. Anche in Europa crediamo che l’idrogeno potrà avere sviluppi importanti anche nei light commercial vehicle”.

In Europa si parla solo di auto elettriche a batterie. Come mai non vengono valutate alternative? E ritiene fattibile il divieto alle auto a benzina e diesel a partire dal 2035?

“Credo che di fondo sia passato un messaggio fuorviante. Quando si parla di elettrico, ormai, si intendono solo le auto a batteria. In realtà, di fatto, un’auto a idrogeno tecnologia fuel cell è un’auto elettrica. Semplicemente, invece di immagazzinare l’energia in batterie, questa viene prodotta a bordo tramite l’idrogeno, con zero emissioni di anidride carbonica. Penso sia giustissimo parlare di riduzione delle emissioni, ma ritengo sbagliato pensare che si possa fare solo con una tecnologia. L’Europa deve essere tecnologicamente neutra e tenere conto delle emissioni lungo tutta la catena del valore, ossia considerando anche come l’energia viene prodotta”.

L’idrogeno può essere un’alternativa concreta?

“Parlando di idrogeno, penso che sia un’opportunità oggi concreta soprattutto per il segmento dei light commercial vehicles e mid & heavy duty. Infatti molti produttori stanno investendo e sviluppando truck a idrogeno. È chiaro che è una nuova tecnologia che richiede investimenti e ricerca. Però credo sia la via giusta, a differenza dei truck a batteria dove ci sono troppe complicazioni: dal fatto che servirebbero batterie molto grandi e pesanti che andrebbero togliere spazio al carico da trasportare ai tempi di ricarica che sarebbero lunghissimi. Non è un caso che il bando Ue al 2035 riguardi solo i veicoli dedicati ai passeggeri sotto le 3,5 tonnellate”.

E il biometano?

“Il biometano può svolgere un ruolo molto importante come ponte verso l’idrogeno in particolare in Europa e negli Stati Uniti, dove ci sono investimenti significativi ed importanti player come Amazon che hanno scelto il biometano per le proprie flotte. -. Per il biometano l’interesse è sempre più forte anche per quanto riguarda il tema energetico, ad esempio negli Stati Uniti. Biometano e idrogeno sono un’opportunità straordinaria che va sfruttata come peraltro prevede anche il piano Repower EU”.

Non va dimenticato anche il gpl. Cosa vi ha detto il mercato dell’auto nel 2022 in tal senso? L’interesse c’è ancora?

“È un’opportunità concreta, con tecnologie consolidate e costi accessibili, per ridurre da subito le emissioni di anidride carbonica. Non va dimenticato che per il passaggio all’auto elettrica a batteria si pongono due temi importanti: quello sociale e quello infrastrutturale. Non è un caso che nel 2022, con il rialzo dei costi dei carburanti, sia salito il numero di conversioni. Le automobili alimentate a gpl sono una risorsa per ridurre le emissioni da subito e a portata di tutti. Inoltre se pensiamo ad aree geografiche come Africa e America Latina è evidente che gpl e gas naturale rappresentano due opzioni molto importanti per una mobilità sostenibile in aree geografiche molto abitate e con livelli di inquinamento spesso molto elevati”.

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